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Tutt’altra energia, cominciando dalla Scuola

A cura di Corrado Fontana, giornalista di Valori.it

Si fa presto a dire green economy, a pensare a un mondo dove l’energia non si spreca e si produce per vie pulite e rinnovabili, dove le professioni della “sostenibilità
ambientale” sono le più ricercate (i cosiddetti green jobs). Ma nel concreto come si realizza questo scenario? Innanzitutto grazie alle cosiddette ESCo (Energy Service Company), ovvero società riconosciute e certificate nel nostro ordinamento per erogare servizi volti al miglioramento dell’efficienza energetica. Imprese come, ad esempio, Bryo SpA di Imola che, nata nel 2010, fonda il proprio modello di business soprattutto sulla caccia agli incentivi e agli impianti con incentivi in corso da parte del GSE (il Gestore dei Servizi Energetici), perlopiù sul fotovoltaico.

«Bryo è una ESCo come ce ne sono tante in Italia – spiega il suo amministratore delegato, l’ingegner Davide Gavanelli –, ma con un elemento distintivo. Dei quattro
soci (Sacmi, Cti e Cefla e la multiservizi Con.Ami) l’ultimo è un soggetto pubblico e ha un legame particolarmente forte con l’edilizia scolastica e con tutto un patrimonio di immobili e attività pubbliche, appunto, che potrebbe essere fatto oggetto di efficientamento energetico. Quindi gli investimenti di Bryo sono concepiti innanzitutto nell’ottica di remunerare i partecipanti alla SpA, ma a ciò si unisce un’attenzione a finalità di sviluppo sociale territoriale». Parole che suonano bene e che si traducono in fatti concreti se pensiamo al recente intervento effettuato da Bryo alla scuola Primaria Campanella-Ronchini di Imola (BO) a seguito della partecipazione a un bando regionale.

Una riqualificazione energetica della scuola “a gasolio” raggiunta grazie a nuovi impianti alimentati da gas metano e all’isolamento termico dei muri perimetrali,
trasformati da una veste grafica che agli alunni pare sia piaciuta molto. Anche se ciò che è stato più apprezzato – dai dirigenti del plesso – è senz’altro la riduzione di oltre due terzi delle spese energetiche dell’edificio e – dall’ambiente – della metà del consumo di Energia primaria globale non rinnovabile rispetto a prima dei lavori.
Banca Etica è intervenuta a progetto terminato con la finanza necessaria per permettere a Bryo di rientrare dell’attività generata dai contributi di GSE e della
regione Emilia Romagna, «che hanno un iter di erogazione piuttosto complesso e articolato, con tempistiche non brevissime», ricorda l’ingegnere.
Bryo, d’altra parte, promuove l’autoconsumo energetico e ha già operato sia su strutture pubbliche sia per aziende private, installando impianti fotovoltaici e di
cogenerazione e di biogas, nonché come intermediario nella gestione dei certificati bianchi. E – sottolinea Francesca Tamborini della filiale di Bologna – «I valori che
Banca Etica condivide con Bryo riguardano l’economia circolare e le energie rinnovabili, che devono rappresentare la luce che guiderà il rilancio del Paese
all’insegna della sostenibilità».

Insomma, se il lavoro per l’efficientamento nazionale è ancora lungo, e la transizione ecologica sconta ritardi a tutti i livelli sulla strada per emissioni zero, Bryo ha di certo un futuro economico roseo davanti a sé. Con una struttura diretta composta da sole sei persone, la società, che nell’ultimo anno ha registrato 6,2 milioni di euro di fatturato, coordina oggi molte diverse competenze, in buona parte rese disponibili presso i propri soci. E un aspetto positivo è che l’ad Gavanelli, il quale ipotizza di proseguire la partnership con Banca Etica verso una decarbonizzazione di edifici scolastici e strutture sanitarie, residenze per anziani in primis, sembra aver ben presente non solo la funzione economica dell’azienda. «Pur essendo una SpA, – conclude – la componente del nostro guadagno non si limita alla percentuale di rendimento sul capitale investito ma riguarda le sue ricadute sociali e territorialiSapere che dei bambini possono utilizzare una struttura funzionale e con performance energetiche elevate è un motivo di grande soddisfazione».