È un inverno anomalo per il nostro Paese, un inverno in cui la siccità sembra essere diventata strutturale, costringendo a parlare di razionamento delle risorse idriche dopo mesi tragicamente segnati dalla mancanza di piogge.
E proprio nei giorni in cui si levano tante voci che lanciano l’allarme per la penuria d’acqua, effetto anch’essa dei cambiamenti climatici, torna il Global Climate Strike, lo sciopero globale per il clima indetto da Fridays For Future, che vede la partecipazione di tante e tanti attivisti in tutto il mondo con l’obiettivo di chiedere un radicale cambiamento di rotta per preservare il pianeta e le specie che lo abitano.
Cosa chiedono le organizzazioni ambientaliste? Fanno pressione perché le classi dirigenti e le istituzioni smettano di ignorare il problema e si impegnino a imprimere una profonda trasformazione ad un sistema economico che, dando priorità ai profitti, sta di fatto portandoci verso l’orlo del baratro.
RIPENSARE IL SISTEMA ECONOMICO
Nel 2022 si sono registrati profitti record per i colossi del settore energetico: 200 miliardi per le prime cinque major globali Exxon Mobil, BP, Total, Chevron e Shell*. Ma anche l’italiana ENI ha realizzato i profitti più alti di sempre e più del doppio rispetto al 2021**. E tuttavia l’enorme mole di denaro incamerata dalle big oil non si è tradotta in maggiori investimenti su progetti legati all’energia rinnovabile ma in generosi dividendi per gli azionisti e imponenti operazioni di buyback (riacquisto delle proprie azioni, volto a far aumentare il valore delle stesse). Di contro il problema del caro energia mette in ginocchio famiglie e piccole e medie imprese, queste ultime costrette a chiudere e a licenziare migliaia di lavoratori.
Il tutto in un contesto internazionale caratterizzato dal conflitto in Ucraina e da crescenti tensioni che aggravano il quadro segnato da una forte spirale inflazionistica, innescata anche dal costo crescente delle materie prime.
Il tema della giustizia climatica si intreccia, dunque, con quello della giustizia sociale. Un legame che non lascia indifferente la finanza etica, che da sempre si fa interprete di un nuovo modo di ripensare il sistema economico, promuovendo un modello in cui il sostegno ad attività con impatto positivo sull’ambiente si coniuga a quello che intende dare impulso alle realtà dell’economia civile e solidale.
L’IMPEGNO DI BANCA ETICA NEL CONTRASTO AL CAMBIAMENTO CLIMATICO
I numeri del nostro Report d’Impatto mettono in luce l’impegno su questo fronte rivelando quali siano le ricadute non economiche delle nostre azioni economiche e come il credito possa generare un cambiamento positivo per le persone, l’ambiente e le comunità: nel 2021 Banca Etica ha finanziato per 40 milioni di euro 70 organizzazioni e 96 persone fisiche che hanno utilizzato il credito ricevuto per finanziare direttamente un’attività di contrasto al cambiamento climatico.
Ulteriori 8,2 milioni sono stati accordati verso 27 organizzazioni che si occupano (anche) di quest’area d’impatto.
Complessivamente possiamo dire che Banca Etica ha erogato finanza aggiuntiva verso il contrasto al cambiamento climatico per quasi 48 milioni di euro.
Abbiamo messo in campo soluzioni a supporto delle comunità energetiche rinnovabili, strumento fondamentale per combattere la povertà energetica, l’emergenza climatica, per risparmiare in bolletta e per creare nuovi legami di comunità capaci di favorire buone prassi con impatti ambientali e sociali positivi.
Da sempre cerchiamo di alleggerire l’impatto della nostra struttura operativa e ogni anno nel Bilancio Sociale rendicontiamo le azioni volte alla sostenibilità ambientale:
- il 96% dell’approvvigionamento elettrico è da fonti rinnovabili permettendo di evitare 382 tonnellate per anno di emissioni di CO2
- utilizziamo carta riciclata per l’84% e la restante percentuale è certificata FSC
- grazie all’introduzione lavoro agile nel 2021 abbiamo evitato 164 tonnellate di CO2 emmessa.
- gli uffici amministrativi e le filiali di tutt’Italia sono, dove possibile, vicino alle Stazioni dei treni e le persone lavoratrici sono incentivati all’utilizzo dei mezzi pubblici tramite la copertura del costo di una mensilità per l’abbonamento
- abbiamo introdotto la figura del Mobility Manager per gestire in modo proattivo e migliorativo le emissioni dovute agli spostamenti casa-lavoro e per trasferte
- da quest’anno inoltre abbiamo attivato una collaborazione con Etifor per intraprendere un percorso di rendicontazione e abbattimento dell’impatto dei nostri eventi a partire dell’Assemblea delle persone socie del 20 maggio 2023
Per rimarcare il nostro impegno siamo dunque da sempre accanto alle realtà che promuovono lo Sciopero Globale per il Clima e che non intendono più accontentarsi di mere operazioni di greenwashing. Come Gruppo Banca Etica intendiamo contaminare il mondo della finanza e cambiare un sistema economico che sta distruggendo il nostro pianeta e che continua ad alimentare ingiustizie e disuguaglianze etniche, razziali, di genere, generazionali, di accesso ai diritti fondamentali.
UN AIUTO CONCRETO
Vuoi supportare concretamente le realtà che si occupano di lottare per la giustizia climatica e ambientale?
- Supporta Fridays for Future Italia
- Fai una donazione a Ultima Generazione
- Fai una donazione a Extinction Rebellion
*Fonte: Il Sole 24 Ore https://www.ilsole24ore.com/art/big-oil-stanca-crescere-profitti-record-ma-corrono-buyback-e-non-investimenti-AE2bqgmC
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