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RIPARTIRE DALLA VETTA, DOMINANDO L’ALTO GARDA

Ancora incalzata dalla pandemia, finalmente l’Italia riapre le porte e prova a guardare avanti. All’estate, magari. Con un’intensa voglia di viaggiare, meglio se all’aria aperta, immersi in un paesaggio che incanta, per un desiderio di libertà condiviso che ci offre l’occasione di raccontare due storie in una volta sola. Quelle di Malga Zanga e del Rifugio Stivo, citate in rigoroso ordine di altitudine, salendo verso le vette, tra Arco di Trento e Rovereto. Due imprese della ricettività turistica, tra i settori messi a dura prova durante le chiusure per il Covid-19.

Rispettivamente dislocate l’una a circa 1200 metri d’altezza, e raggiungibile in auto, l’altra a una dozzina di metri sopra quota 2mila, e a circa 2 ore e mezzo di cammino dalla prima, queste due strutture hanno un carattere differente ma presidiano lo stesso versante del monte Stivo. Spesso operano in sinergia, offrendo a poca distanza tra loro sia ospitalità che ristorazione circondate da boschi e pascoli, dominando uno scenario mozzafiato a picco sull’Alto lago di Garda. Ed entrambe si sono avvicinate a Banca Etica, interpretando un’idea comune di turismo sostenibile.

«Sicuramente il nostro approdo a Banca Etica – ricorda Roberto Canali di Malga Zanga – deriva da un incontro di sensibilità. L’intenzione di diventarne clienti, piuttosto che rivolgersi a una banca qualsiasi, c’è dal principio, e quando ne abbiamo avuto l’occasione l’abbiamo fatto. Il nostro target di clientela, avendo gli animali (numerosi asini, ma anche qualche lama, ndr), sono perlopiù famiglie con bambini. Ma trovandoci su un percorso ciclabile abbastanza conosciuto intercettiamo anche il flusso dei cicloturisti».

Tanto la malga quanto il rifugio (inaugurato nel 1906 e intitolato a Prospero Marchetti, fondatore e primo presidente della Società Alpina del Trentino) sono infatti una meta adatta per gli amanti della natura, dei soggiorni in relax e delle escursioni d’alta quota, in generale della mobilità dolce (passeggiate o, se preferite, trekking a piedi o “someggiato”, coi bimbi o gli zaini messi in groppa agli asini, oppure escursioni in sella ad una bici). Senza trascurare l’enogastronomia semplice, tipica, che valorizza i prodotti del territorio ogni volta che è possibile. Anche se alla malga scoprirete molte specialità umbre, a causa della provenienza dei gestori, e al rifugio non mancano tè e tisane del commercio equo e solidale.

Proposte compatibili per diversi tipi di soggiorno, Malga Zanga (dal cognome della famiglia di malgari originaria) e Rifugio Marchetti sono anche espressione di un medesimo spirito di cura, consapevolezza e rispetto per l’ambiente che li circonda, che impone limiti e riserva privilegi. Come sottolinea Alberto Bighellini, giovane – ed entusiasta – gestore del Marchetti da quattro anni. «Il rifugio – ci ricorda – è come se fosse un’isola. Non ci sono tubature o reti elettriche che ci collegano alla città. Abbiamo le cisterne di accumulo per l’acqua piovana e bisogna essere parsimoniosi nell’utilizzo. Ci approvvigioniamo con l’elicottero oppure a spalla di molti prodotti, ma vogliamo incrementare l’utilizzo del trasporto con l’asino. E per quanto riguarda l’elettricità, abbiamo dei pannelli fotovoltaici che ricaricano le batterie. Venire al rifugio, d’altra parte, offre la possibilità di staccarsi dalla vita quotidiana, dalle ansie e dall’agitazione cittadina in un ambiente rilassato, in un’atmosfera di semplicità. Non ci sono menù ricercati qui, bensì il cosiddetto poco ma buono. Ed è questo il messaggio che vogliamo trasmettere».

Malga Zanga e Rifugio Stivo hanno riaperto in sicurezza e, anche col sostegno di Banca Etica, si augurano che finalmente la primavera possa iniziare davvero,  rianimata dalle voci di chi ora può rispondere al richiamo della montagna.