Cecilia Strada, oggi parlamentare europea, è stata responsabile della comunicazione di ResQ People Saving People, organizzazione che si occupa principalmente di soccorso nel Mar Mediterraneo, divenuto tragicamente “il più grande cimitero d’Europa” dove ogni anno migliaia di persone muoiono nel tentativo di raggiungere il Vecchio Continente per sfuggire alla fame, alle guerre, agli impatti sempre più gravi della crisi climatica. L’organizzazione si occupa inoltre di prima accoglienza a Trieste sulla rotta balcanica con i propri volontari che operano insieme ad altre associazioni.
“Ogni vita conta”
Nata da un piccolo gruppo di professionisti di varia natura – giornalisti, ricercatrici, avvocati, operatori umanitari – e cresciuta negli anni grazie al supporto di migliaia di cittadini, associazioni, aziende e fondazioni, ResQ tra dicembre e gennaio ha portato in salvo 143 persone.
E ha da poco lanciato su Produzioni dal Basso “Ogni vita conta. Perché il fatto sussiste e noi salviamo”, la nuova campagna di crowdfunding in collaborazione con Banca Etica. 500mila euro l’obiettivo da raggiungere, un traguardo ambizioso per portare ancora avanti l’impegno di ResQ sulle frontiere di mare e di terra.
Come Banca Etica siamo saliti a bordo di ResQ fin dal principio, come ha sottolineato il nostro Direttore Generale Nazzareno Gabrielli, “supportando con gli strumenti della finanza etica un progetto coraggioso di pochi mirato a proteggere la vita di tante persone e la dignità di tutte, di quelle salvate ma anche di quelle che salvano.”
Abbiamo intervistato Cecilia e parlato con lei dell’importanza del lavoro di ResQ in un momento storico in cui l’Europa sembra avviata a diventare una fortezza inespugnabile, segnata da rigide politiche di respingimento.
Cecilia, qual è il significato prezioso dell’esistenza e della resistenza del lavoro di ResQ, sul piano culturale, politico e fattuale?
Nel clima politico italiano ed europeo che stiamo vivendo, in cui ogni giorno si discute di costruire muri, aprire centri di detenzione e pagare altri paesi per fare il lavoro sporco al nostro posto nella gestione dei flussi migratori, il lavoro di ResQ rappresenta una preziosa sacca di resistenza nella difesa dei diritti umani. E’ un lavoro complicato e costoso che in Italia viene ostacolato in vari modi. Negli anni i nostri Governi, di destra o di sinistra in egual modo, hanno cercato di impedire quanto più possbile alle navi della società civile di effettuare soccorsi in mare, dall’epoca dei porti chiusi, all’obbligo di chiedere immediatamente un porto sicuro per lo sbarco dei sopravvissuti impedendo di aiutare altre imbarcazioni, alla pratica di assegnazione di porti lontani, punitiva per le navi – che spendono inutilmente decine di migliaia di euro in giorni di navigazione – ma soprattutto per chi rischia la vita in mare, che sia già reduce dalla traversata e non può attraccare nel “porto sicuro più vicino a dove è avvenuto il naufragio” come chiede la legge, e per chi è ancora là fuori, senza aiuto. Quando lavoravo con ResQ mi sono sentita dire tante volte da grandi donatori o imprenditori che non avrebbero finanziato il soccorso in mare perché è un tema politicamente divisivo. Questi sono gli effetti della campagna di criminalizzazione del soccorso in mare in atto ormai da molti anni, ma io mi rifiuto categoricamente di credere che salvare una vita possa essere considerato divisivo. Non si tratta di essere angeli, eroi o buonisti. Bisogna semplicemente scegliere, ogni giorno, di stare dalla parte giusta della storia.
A quale visione del mondo e del futuro si oppone RESQ e perché sostenerla con il crowdfunding ci riguarda?
Ogni giorno sentiamo parlare della sicurezza dei cittadini, minacciata dalla presenza degli stranieri. Ma di quale sicurezza stiamo parlando? Lasciar morire in mare migliaia di persone ogni anno aumenta la nostra sicurezza? Siglare e finanziare accordi con Paesi in cui le persone migranti sono rapite, torturate, stuprate, vendute o uccise, ci rende più sicuri? Io credo di no. E se anche la difesa dei diritti non fosse una ragione sufficiente, in Italia l’età media è di 45 anni, non dissimile dal resto dal resto del nostro continente, e secondo una proiezione dell’ONU nel 2050 l’Europa occuperà solo il 7% della massa critica mondiale con un andamento demografico in continuo declino. In Africa l’età media è di 18 anni e la sua popolazione è destinata a raddoppiare entro la stessa data. Come potremo, da soli, far fronte alle necessità del comparto produttivo e alle sfide del mercato internazionale nei prossimi decenni? Io credo in un mondo in cui sicurezza significa diritto alla casa, alla salute, all’istruzione, alla libertà di spostarsi per tutte e tutti, indipendentemente da quale parte del mondo provengano. Sostenere ResQ significa semplicemente costruire un mondo più giusto.
Su quali cardini valoriali si fonda l’incontro e il cammino insieme di RESQ con Banca Etica? Qual è stato il ruolo della finanza etica e di Banca Etica per la nascita e la prosecuzione dell’attività di RESQ?
C’è un filo rosso che lega ResQ e Banca Etica ed è proprio basato sul sistema valoriale e la visione del futuro che condividiamo. Ho sempre creduto in un principio che nel lavoro che svolgo ora nel Parlamento Europeo, dove siamo chiamati a ragionare e decidere su tutti gli aspetti della vita delle cittadine e cittadini che rappresentiamo, emerge con ancora più chiarezza: tutto è collegato. Non si può parlare di futuro senza discutere di diritti; non si può discutere di diritti senza affrontare temi quali casa, salute, differenze di genere, lavoro; non si può ragionare sul mondo del lavoro senza coinvolgere l’istruzione, i salari, il costo della vita, l’economia; non si può parlare di economia senza anche considerare l’impatto ambientale, la cooperazione, sviluppo, solidarietà. Non è più il tempo di affrontare i singoli tasselli da soli, ciascuno occupandosi del proprio pezzettino, ma di fare rete, guardare alla visione di insieme e unire tutte le lotte per la giustizia sociale.
Per questo sono molto grata a realtà come Banca Etica, che con i propri strumenti finanziari supporta ResQ e il valore che rappresenta.
Sosteniamo tutte e tutti la campagna di crowdfunding, sosteniamo i diritti umani.
Diventa una persona che salva persone: sostieni la raccolta fondi di ResQ
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