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Perchè l’utile di Banca Etica aiuta l’economia solidale

A cura di Alessandro Messina, Direttore Generale di Banca Etica

 

L’utile 2020 di Banca Etica è stato il più alto della sua storia (6,4 mln €). E sancisce un quinquiennio positivo (2016-2020) in cui la banca ha consolidato un risultato complessivo pari a quasi 25 milioni. Un Roe (Return on Equity) attorno al 6% oggi non è comune nel settore bancario: secondo la European Banking Authority (EBA) la media a fine 2020 per le banche europee è stata circa 3 volte inferiore (1,9%).

Ma Banca Etica non ha mai fatto del profitto la sua missione. Allora perché essere soddisfatti di questi risultati? non dovremmo preoccuparci che qualcosa si sta snaturando nel nostro modello? insomma, il profitto per una banca etica è un bene o un male?

Iniziamo col dire che il profitto non è in sé né positivo né negativo, ma tutto dipende da come nasce e come viene usato. Il profitto è un numero, alla fine di un bilancio, che sintetizza tante diverse variabili. Da solo non basta a dire come un’organizzazione ha lavorato, quanto è efficiente, se è efficace. A parità di profitto potremmo avere un’azienda che cresce, che valorizza le sue risorse umane, che pone attenzione all’ambiente e alle comunità ed una che invece è in declino, che licenzia o sfrutta i lavoratori e che trascura gli stakeholder.
Questo in Banca Etica lo sappiamo bene, è il motivo per cui, insieme all’analisi del bilancio, per valutare il merito di credito, facciamo da sempre anche la Valutazione sociale e ambientale, la valutazione di impatto.

Certamente però il profitto è un fondamentale tassello per valutare la sostenibilità economica di un’organizzazione: chi non riesce sistematicamente a coprire i costi, a remunerare i fattori della produzione (lavoro, capitale, fornitori, ecc.), è destinato al fallimento. Dunque il profitto non è condizione sufficiente per dire se un progetto è di successo, ma è certamente condizione necessaria. In assenza di capacità di profitto, non si ha futuro. Vale per le organizzazioni non profit, come per ogni altra impresa.

Allora si pone la domanda su quanto sia il profitto giusto. Qui la preoccupazione è evitare che il surplus generato derivi da sfruttamento iniquo dei fattori di produzione (a partire dai lavoratori, ma anche le risorse naturali): sappiamo quanti profitti ancora oggi si spiegano con il lavoro malpagato o con costi ambientali occulti. Di nuovo, dunque, diviene fondamentale analizzare, oltre al bilancio, anche le informazioni sociali e ambientali delle imprese, come fa Banca Etica o come fa Etica Sgr, da oltre vent’anni, con riferimento alle società quotate.

Fatte queste precisazioni generali, vi sono poi delle questioni particolari che riguardano le banche. Per quello che è il ruolo dell’attività bancaria nella gestione del risparmio pubblico nel credito all’economia reale, il patrimonio delle banche ha una particolare valenza: serve a garantire adeguati presidi dei rischi (di credito e non solo), serve a segnalare al mercato la solidità dell’intermediario. E il patrimonio è fatto dal capitale sociale raccolto presso il pubblico o altri investitori e dagli utili realizzati negli anni, se non distribuiti ai soci e dunque investiti nella stessa banca.

Ques’ultimo è il caso di Banca Etica, che non ha finora distribuito dividendi e dunque, fatta eccezione per piccole liberalità, ha immesso a patrimonio tutti gli utili conseguiti. Tale scelta è stata fondamentale per sostenere la nostra crescita. Ricordando che per ogni 100 euro prestati, le regole di Basilea chiedono alla banca di accantonarne da 6 a 8 di patrimonio, pensiamo a cosa sarebbe successo se Banca Etica non avesse registrato utili negli ultimi cinque anni: il patrimonio sarebbe più basso di circa 25 milioni e la banca – volendo tenere gli attuali indicatori di solidità (il CET1 al 15%) – avrebbe un portafoglio crediti inferiore per circa 400 milioni di euro. Grazie ai sistemi di garanzia, infatti, oggi il moltiplicatore medio applicato da Banca Etica è pari a 16: per ogni euro di patrimonio possiamo erogare fino a 16 euro di nuovo credito.

Banca Etica cresce, e con essa cresce l’economia solidale. I risparmiatori scelgono sempre più Banca Etica ed Etica Sgr per assicurarsi una gestione del denaro coerente con i loro valori in materia di società ed ambiente. Crescono i risparmi gestiti, crescono i crediti erogati ad imprese sociali, cooperative e associazioni. Tutto questo rischia di arrestarsi se non cresce, in modo parallelo, il patrimonio della banca.
Per questo è importante diventare soci di Banca Etica. Per questo gli utili di esercizio, accantonati a patrimonio, sono un fondamentale tassello del nostro progetto di finanza etica.