All’Assemblea dei Soci del 20 maggio saremo chiamati ad eleggere il nuovo Comitato Etico, organo sociale pensato per dare un contributo su temi centrali per la Banca, le sfide e i valori, aiutandola a riflettere sul futuro.
Ogni persona candidata ha risposto ad alcune domande per presentarsi e condividere le loro idee sul progetto di Banca Etica. Il 26 aprile potrai interagire con loro in diretta streaming: iscriviti subito!
Maria Francesca De Tullio
Raccontaci qualcosa di te che ritieni importante in prospettiva della tua candidatura
Sono ricercatrice in Diritto costituzionale all’Università degli Studi di Napoli Federico II e studiosa di politiche culturali, in particolare con l’affiliazione all’Università di Anversa – Cultural Commons Quest Office – nel progetto UE Cultural and Creative Spaces and Cities. Ho scritto su Uguaglianza sostanziale e nuove dimensioni della partecipazione politica e su Diritti, vincoli di bilancio, ripresa economica tra miraggio e realtà, nonché altri saggi e articoli in particolare sul diritto di Internet.
Sono attivista de l’Asilo (www.exasilofilangieri.it) e del collettivo europeo sulla depatriarcalizzazione della politica legato alla rete municipalista europea (https://municipalisteurope.org/fop/), nonché componente dell’Activist Council di Guerrilla Foundation (https://guerrillafoundation.org/). A livello locale, italiano ed europeo mi occupo di uso creativo del diritto per sostenere la difesa dei beni comuni, dell’abitare e della socializzazione dello spazio pubblico.
Cosa ti motiva ad essere candidato nel Comitato Etico di Banca Etica?
Sono stata candidata ed eletta nello scorso mandato su proposta di alcune persone socie che condividevano il mio impegno in organizzazioni e movimenti informali, legati ai beni comuni e altri temi sociali. Sin da subito, ho accettato con entusiasmo perché credo che le lotte e rivendicazioni sui diritti fondamentali passino anche per un nuovo modo di pensare la finanza, che metta al centro i valori di solidarietà e mutualismo, uguaglianza e giustizia ambientale.
Durante il mandato trascorso, il percorso con la Banca è stato per me un’importante occasione di avvicinarmi e imparare da un contesto diverso: un’istituzione da sempre protagonista nella finanza etica e ancora in ascolto delle nuove questioni emergenti. Oggi, vorrei ricandidarmi per continuare il mio impegno, con la nuova consapevolezza acquisita in questi anni di esperienza già maturata nella Banca. In particolare, ho contribuito al lavoro collegiale sui temi del digitale, dell’autodeterminazione ecologica dei territori e della legalità, nonché ho promosso un ampliamento del ragionamento sul rapporto della finanza etica con il governo del territorio, il real estate e il diritto all’abitare, oltre che sulla governance (con particolare riferimento al percorso svolto con la Fondazione).
In un periodo di grandi sfide esterne di tipo sociale, culturale, ambientale, a partire dalla tua esperienza, quale contributo pensi di poter dare e pensi che il Comitato Etico possa apportare accompagnare l’evoluzione di una banca che è nata per mettere il denaro al servizio delle persone e del pianeta?
La finanza etica è da sempre uno degli strumenti per affrontare le sfide sociali, culturali e ambientali, in un mondo dove i meccanismi competitivi e la regolazione stessa del mercato creano uno scenario ostile a una concezione di valore economico che prenda in considerazione anche gli obiettivi di giustizia sociale e ambientale. In questo scenario, sono tanti gli ostacoli sulla strada di Banca Etica e delle altre organizzazioni che si collocano nel medesimo paradigma.
In questo quadro, il Comitato Etico è quell’organo che può supportare ogni giorno le decisioni e l’azione della Banca, creando un punto di ascolto verso gli organi sociali, le persone socie e i territori in genere, nonché uno spazio safe di continua riflessione e confronto sui valori che dovrebbero animare la finanza etica. In particolare, l’organo dovrebbe aiutare a rispondere al problema di come assicurare l’attuazione concreta di questi valori nelle pratiche quotidiane e la continua emersione di nuove istanze che arricchiscono il patrimonio etico della Banca. In breve, il CE ha il compito di alimentare la vocazione democratica e partecipativa che è alla base di tutte le rivendicazioni sociali, culturali e ambientali poste alla base della finanza etica.
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