Vetro trasparente e infrangibile, talvolta. Come quello che fa da scudo alla Nuova Vetreria Società Cooperativa, impresa recuperata (o workers buyout – wbo), che svolge la sua attività con rinnovato entusiasmo a Cesena, dopo aver superato un periodo complicato per colpa di un’amministrazione finanziaria deficitaria, quando invece le commesse di lavoro non sono mai mancate. «La nostra storia – ricorda a proposito Gian Carlo Paonessa, oggi presidente e rappresentante legale della cooperativa – inizia con il concordato fallimentare della vecchia compagine societaria, dovuto a un indebitamento cronico, soprattutto con le banche, incrementatosi in particolare a partire dalla crisi del 2008. Poiché l’attività aveva tuttavia ogni presupposto per poter continuare, e si è presentata l’opportunità di procedere come wbo tramite Confcooperative, questo percorso è stato attivato in tempi – oserei dire – fotonici! Così, dopo una sola settimana di chiusura generale della srl, la cooperativa si è rimessa in moto».
Una ripartenza rapida, che ha comunque richiesto coraggio e impegno senza sosta da parte dei 21 occupati attuali – tutti ex dipendenti della società precedente – di cui ben sedici hanno deciso di diventare soci lavoratori, prendendo quindi nelle loro mani responsabilità e guida strategica dell’impresa, con uno sguardo sulle prossime tappe di consolidamento.
La cooperativa gode infatti dell’uso in affitto di beni immobili e strumentali, ma un obiettivo chiave è quello di acquisire tutto a titolo definitivo nel corso di un’asta attesa nel prossimo futuro, in occasione della quale Nuova Vetreria potrà esercitare un diritto di prelazione. E c’è convinzione che il traguardo sarà raggiunto, al netto delle difficoltà del mercato e dello scenario internazionale odierno, tanto più dopo avere superato i primi mesi stringendo la cinghia: da maggio a dicembre 2021 l’impresa ha operato tramite la capitalizzazione garantita esclusivamente dalle risorse economiche della NASpI anticipata. Finché non è arrivata la… “cavalleria finanziaria”, diciamo.
«Il primo gennaio 2022 – prosegue Paonessa – si sono attivati i finanziamenti con Banca Etica, che è stato il primo istituto con cui abbiamo stipulato una linea di anticipo fatture (150mila euro poi portati a 400mila). Con Banca Etica il rapporto va molto bene, e poiché la cooperativa ha anche componenti piuttosto giovani, rispetto alla visione politica e sociale della banca, alle sue iniziative, si sono trovati diversi punti di condivisione. Anche perché Banca Etica si presenta in modo diverso dalle altre, incluse le BCC del territorio». Merito anche di Francesca Tamborini, quindi, consulente della filiale di Bologna, che rimarca i pilastri del progetto e il valore delle persone coinvolte: «Un gruppo coeso di soci lavoratori, artigiani altamente specializzati con esperienza pluridecennale, che ha saputo mettersi in gioco dando vita al wbo. La fiducia mai venuta meno anche da parte dei clienti, e la forza identitaria dei dipendenti sono senz’altro tra gli ingredienti del successo della Nuova Vetreria».
La storia imprenditoriale di Nuova Vetreria, insomma, procede. E nei giorni in cui a Milano l’apertura al pubblico del Salone del mobile riempie i giornali, la cooperativa continua a sfornare prodotti destinati alle imprese del settore del design e del complemento di arredo. Perlopiù si tratta di tavoli e mensole, specchi, di cui cambiano spessori, disegno, tipologia del vetro… per un fatturato coperto circa al 90% dalle prime dieci aziende in portafogli, ovvero alcune tra le principali realtà del mondo del design italiano, da Cattelan a FIAM a Fontana a Cassina a Casprini… che, a loro volta, esportano all’estero, insieme al proprio marchio e ai propri prodotti, una quota di made in Cesena che proviene da Nuova Vetreria. La cooperativa, del resto, registra numeri incoraggianti: «Dal punto di vista del fatturato siamo fiduciosi di raggiungere i 3 milioni di euro nel 2022, e nel 2023 puntiamo a superare questo limite», chiude Paonessa.
Photo Credits: Nuova Vetreria Società Cooperativa
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