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La ripresa dopo Vaia sulle note della musica

a cura di Corrado Fontana, giornalista di Valori.it 

Di sicuro gli abitanti del Cadore e delle montagne venete investite nel 2018 dalla furia dell’uragano Vaia non potranno dimenticarne il frastuono, né lo schianto di milioni di alberi rimasti abbattuti dopo il suo passaggio. Ma non per questo hanno mollato. E i progetti di ripresa si susseguono numerosi, coinvolgendo gruppi, associazioni, imprese, enti locali. Un esempio è l’iniziativa che sta riguardando un terreno ai margini di un bosco nella frazione di Casada, paese di circa 120 abitanti in provincia di Belluno. Protagonista è innanzitutto l’omonima Regola di Casada, un’istituzione erede della tradizione millenaria di gestione comunitaria della proprietà appartenente alle famiglie originarie del luogo, un tempo dedite all’attività agro-silvo-pastorale.

Traendo spunto dalla volontà di recupero e valorizzazione dell’abete di risonanza, trascurato negli ultimi decenni, e dell’antica arte liutaia locale, è nato infatti un grande progetto da oltre 300mila euro d’investimento, due terzi dei quali messi a disposizione da Banca Etica. «Abbiamo acquistato un appezzamento di tre ettari con due edifici, una casera abbandonata (dove un tempo si faceva il formaggio) e un fienile con stalla – spiega Michele De Mario della Regola di Casada –. L’idea è quella di realizzare un ristorante, un edificio con camere per ospitalità, e la Casa Armonica, cioè uno studio di registrazione con la sala prove che darà su un anfiteatro esterno. La regola possiede inoltre un terreno in Val Montina ricco di abete risonanza, utilizzato per ricavare il legno per gli strumenti musicali. Questa attività verrebbe ripresa e costituirebbe, oltre che un richiamo alla tradizione, un volano per le attività dello studio, progettato in particolare per la musica classica, che ha bisogno di spazi importanti talvolta difficili da trovare. Qui lo spazio non manca e abbiamo anche tanto silenzio. E lo studio sarà immerso in uno scenario meraviglioso, un contesto assai ricercato per il lavoro degli artisti musicali».

Il progetto, che sta per superare la fase preliminare e avanza grazie all’attività di coordinamento e organizzazione eventi della Cooperativa Lassù, consentirà diverse ricadute. Innanzitutto uno slancio per l’economia locale, con attenzione al comparto ricettivo, e una diversificazione delle fonti di introito della Regola che, pur contando su un patrimonio importante, ha maturato nuove necessità per far fronte agli oneri di manutenzione e gestione, nonché agli importanti contributi che garantisce ai suoi membri, e non solo a loro.

Banca Etica non si è tirata indietro di fronte alla richiesta di collaborazione. «Ci piace essere una nota nello spartito di un progetto che – sottolinea Rodolfo Rocco, responsabile della filiale di Treviso – coniuga salvaguardia dell’ambiente e aspetti culturali, principi di filiera corta e coinvolge una rete di tanti soggetti del territorio». Mentre De Mario ricorda che «Con Banca Etica ci siamo trovati bene a partire dal rapporto personale. Rocco è venuto qui da noi, ci siamo parlati e non ci siamo sentiti considerati dei numeri, come accaduto con altri istituti bancari. Ci sono piaciuti i principi e le modalità di confronto: faccia a faccia, strutturato e informale».

La Casa Armonica, le camere e il ristorante sono ancora da realizzare, d’altra parte si percepisce l’idea di un progetto di comunità interessante in un’epoca in cui tanto si parla di “sharing economy”, di “condivisione”. Infatti «Le regole – approfondisce De Mario – sono delle comunioni familiari. Le famiglie originarie di un determinato luogo hanno condiviso delle proprietà per destinarle a un uso comune. Oggi sono una sorta di azienda che gestisce un grande patrimonio collettivo del paese e distribuisce alcuni benefit ai regolieri e altri – per la Regola di Casada, che possiede circa duemila ettari di terreno e alcuni edifici – anche agli altri residenti nel comune. C’è il contributo di refabbrico, una tantum e a fondo perduto, elargito al nuovo nucleo familiare per la costruzione o la ristrutturazione dell’abitazione nel paese; il fabbisogno, legato alla gestione della casa, e il legnatico annuale; ci sono contributi scolastici e per gli anziani… è un modo di redistribuire la ricchezza».