Iniziamo questo nuovo anno, il 2025, richiamando le parole di un augurio e stimolo che ci ha rivolto recentemente don Luigi Ciotti – presidente di Libera – in un incontro.
Cosa significa per la finanza etica e per il Gruppo Banca Etica essere “un soffio di speranza”?
Essere accanto alle organizzazioni che salvano vite umane, essere compagni di viaggio delle realtà che si preoccupano e occupano delle persone fragili, delle famiglie impoverite, che resistono laddove le risposte pubbliche da sole non sono efficaci.
Essere nei luoghi liberati dalle mafie dove si costruisce un’economia giusta.
Essere con chi costruisce pratiche di rigenerazione del pianeta.
Essere a fianco di chi costruisce i propri percorsi professionali e personali avendo cura delle relazioni con le comunità e con l’ambiente.
Vuol dire esserci.
Ma questo non è sufficiente.
Il nostro esserci, infatti, non è e non può essere solo quello di una finanza riparatrice, perché la finanza etica vuole anche intervenire sulle cause. E noi perciò contribuiamo a diffondere un’educazione critica alla finanza che possa accrescere le opportunità delle persone e delle organizzazioni nel comprendere quali fattori influiscono sulle scelte finanziarie internazionali e quali sono il ruolo e le capacità d’incidere del singolo risparmiatore e del sistema bancario, e come, in questo, l’azione del Gruppo Banca Etica può fare la differenza.
Un’azione non sempre facile da condurre, visto il rapporto di potere e condizionamento stabilito tra il blocco della finanza mainstream e alcune scelte geo-politiche, e tuttavia rafforzata dalla condivisione con i partner delle banche etiche a livello mondiale. E un’azione sempre più spesso concretamente supportata da tante autorevoli istituzioni italiane, spagnole ed europee, che riconoscono il ruolo specifico e l’efficacia della finanza etica e del nostro Gruppo.
Ma non basta ancora.
Dobbiamo abitare la finanza etica, comprendendo l’immenso valore del bene comune e della costruzione di un interesse collettivo superiore a quello individuale, rifiutando modalità aggressive, violente e poco trasparenti.
E affermando altresì il ruolo di una finanza radicalmente dialogante.
Anna Fasano, Presidente di Banca Etica
Foto di Johannes Plenio su Unsplash
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