Secondo gli ultimi dati diffusi da Abitare Co, a Milano, Roma, Bologna, Firenze, Napoli, Genova, Palermo e Torino il canone medio mensile per un appartamento è di 945 euro. La crescita degli affitti non è accompagnata da quella dei salari, che restano pressoché immutati. L’ultimo report ISTAT sull’emergenza abitativa racconta che quasi il 10% delle famiglie spende per l’affitto una quota superiore o uguale al 40% del proprio reddito. Due milioni e mezzo di famiglie che spendono quasi la metà di quanto guadagnano, solo per aver un tetto sulla testa.
A questi dati si aggiungono quelli su spopolamento e aumento dei prezzi nei centri a causa della turistificazione, le grandi percentuali di famiglie indigenti che aspettano una casa popolare, la crescita dei residenti di origine straniera, che non sempre hanno strumenti per integrarsi nel tessuto urbano.
“Eppure la casa – dichiara Maurizio Trabuio, di Fondazione La Casa – è uno strumento indispensabile, il primo passo per un percorso di emancipazione”. Per questo, racconta, il loro principale focus di intervento è fornire soluzioni abitative a chi ne ha bisogno, per aiutare a uscire dal disagio sociale.
“Siamo come uno scalino a molla”, racconta. “Se sali su questo scalino, vieni spinto a saltare più in alto, fai più passi in avanti”. Il lavoro de La Casa serve proprio a questo: a fornire una spinta in più a chi ha bisogno di un punto di partenza per ricominciare a camminare.
Fondazione La Casa nasce nel 2001 a Padova dall’iniziativa di C.C.I.A.A. di Padova, A.C.L.I. Provinciali di Padova, Coop Soc. Nuovo Villaggio, Banca Popolare Etica. Soggetti di natura diversa, racconta Maurizio, accomunati dall’intenzione di rispondere ai bisogni sociali delle categorie più fragili. “Al tempo avevamo a che fare soprattutto con gli stranieri che arrivavano a Padova in cerca di lavoro, ma non sapevano dove alloggiare. Per questo – prosegue – abbiamo coinvolto istituti religiosi, camere di commercio, associazioni di categoria, cooperative sociali. Li abbiamo messi insieme e gli abbiamo chiesto di contribuire, con fondi o con patrimonio inutilizzato, per poter dare a queste persone case in cui abitare.
Le persone supportate da Fondazione La Casa sono segnalate dai servizi sociali del Comune nel quale si trovano gli alloggi a disposizione. La fondazione fornisce diversi tipi di risposte, a seconda dei bisogni degli utenti intercettati. Si può beneficiare di soluzioni di breve periodo, per le situazioni di emergenza in cui serve subito un tetto: in questo caso gli utenti sono indirizzati alle “Case a Colori”, strutture ricettive che garantiscono ospitalità per periodi di tempo limitati.
Mentre per le necessità di medio termine si può alloggiare presso strutture di co-housing, per quelle a lungo termine è possibile accedere ad affitti calmierati di case di proprietà o in gestione alla fondazione, conferite in patrimonio o usufrutto da enti locali, istituti religiosi o altri privati, trasformate in alloggi sociali.
“Abbiamo raccolto tutte le bricioline che il mercato immobiliare e questi enti ci mettevano a disposizione”, racconta Maurizio. “Siamo arrivati a un patrimonio di circa cinque milioni di euro. Le case sono state acquistate attraverso diversi mutui”. Può anche capitare, racconta Maurizio, che gli immobili siano affittati a cooperative sociali che gestiscono poi la distribuzione dei posti, oltre a mettere in campo progetti di accompagnamento sociale a tutto tondo.
Tra i diversi interventi in campo c’è anche un fondo di emergenza abitativa: “Una piccola raccolta fondi – spiega – alimentata da donazioni e dal 5×1000, con la quale aiutiamo a pagare le bollette, a fare piccole manutenzioni a o a pagare quote d’affitto, a seconda dei casi”.
In questi anni la Fondazione ha assistito diverse migliaia di persone. L’utenza è composta per lo più da famiglie di origine straniera, persone fragili ed escluse dal mercato immobiliare, che per questo hanno bisogno di aiuto a trovare una casa. “L’ambizione è che anche la Regione Veneto riconosca il nostro ruolo, il fatto che siamo legittimati a rispondere al bisogno di una casa di chi resta escluso anche dagli interventi istituzionali. Esiste un ruolo del terzo settore per quanto riguarda la garanzia del diritto alla casa: oltre agli edifici di edilizia pubblica, anche noi mettiamo in campo servizi abitativi”.
La relazione tra Fondazione La Casa e Banca Etica è di lungo corso: non solo perché la banca è tra le realtà che hanno fondato l’ente, ma anche perché ha erogato diversi mutui per l’acquisto di immobili entrati nel patrimonio della Fondazione. Ultimo tra questi, come ha raccontato Matteo Gianella, Vice Direttore della Filiale di Padova, è un lotto di due palazzine in liquidazione coatta da una società edilizia: 28 appartamenti, con garage e cantinette, di cui potranno beneficiare altrettante famiglie in difficoltà.
“Uno dei valori che hanno sempre ispirato la Banca nella sua politica di concessione del credito – spiega Gianella – è il diritto alla casa. Nel 2023 abbiamo destinato parte degli utili di bilancio maturati nell’esercizio 2022 a una misura atta a ridurre gli spread a favore dei clienti con mutui a tasso variabile. Banca Etica e Fondazione La Casa condividono perciò l’importanza di sostenere le persone nell’acquisizione dell’abitazione”.
Foto fornite da Fondazione la Casa
Potrebbe interessarti anche
G.A.G.A. Vicenza: uno sportello di ascolto Queer
21.06.2024
Visioni in movimento: vent’anni di graffiti nel cinema del reale
14.06.2024
Chi passa da Ostello Bello “prende parte” davvero al viaggio
06.06.2024
Dragolago: custodi del lago d’Orta
31.05.2024
Il Tappeto di Iqbal: tessendo futuri di speranza contro lo sfruttamento infantile
17.05.2024
Democratizzare la salute mentale: il ruolo terapeutico come modello di accessibilità e inclusione
09.05.2024