Scritto da Corrado Fontana. giornalista di Valori.it
Una strada insolita e coraggiosa quella intrapresa dall’Associazione Tuscolana di Astronomia, che sta realizzando progetti e traguardi puntando sulle proprie risorse, e sulla finanza etica. Anche così sta crescendo il Parco Astronomico di Rocca di Papa, situato a circa 600 metri d’altezza, ai Pratoni del Vivaro, nel Parco regionale dei Castelli Romani. Un centro di ricerca e divulgazione creato a distanza di sicurezza dall’inquinamento luminoso di Roma. Inaugurato nel 2001 come osservatorio dedicato a Franco Fuligni, poi diventato fulcro dell’Ecomuseo del Cielo, e nel 2018 intitolato a Livio Gratton, uno di quei personaggi che hanno fatto la storia dell’astrofisica e dell’astronomia, attivo proprio nella zona dei Castelli Romani. Dove, non a caso, risiede l’Inaf, istituto nazionale di astrofisica.
Nomi e luoghi diversi, quindi, per una sola intensa passione verso le stelle, e per la diffusione della conoscenza scientifica, condivise dai 350 iscritti dell’associazione e dal suo presidente Luca Orrù. Che, ad un certo punto, nell’impossibilità di trovare risposte rapide e risorse certe attraverso gli enti locali, ha deciso di potenziare e ampliare l’osservatorio, e ristrutturare la cupola astronomica originale, con le proprie forze. «Abbiamo stilato un business plan di circa 65mila euro, dei quali una parte sarebbe stata costituita da un finanziamento oneroso, mentre l’altra, la maggiore possibile, a carico dei soci stessi. Con l’anticipo delle iscrizioni dei soci per i prossimi 10 anni abbiamo quindi coperto circa 25 mila euro, e per il resto abbiamo cercato realtà che ci finanziassero».
E mentre il comune di Rocca di Papa si è impegnato – almeno – a non cambiare l’ente gestore dell’edificio in convenzione per il prossimo decennio, la Tuscolana, consapevole che fondi pubblici per i suoi obbiettivi non ne avrebbe trovati, ha compiuto una scommessa di tipo imprenditoriale. Certo insolita per una associazione culturale di questa dimensione, e per il Terzo settore in generale.
«Con Banca Etica – spiega Orrù – abbiamo trovato un interlocutore attento e flessibile. C’è stata comunque un’istruttoria molto approfondita durata alcuni mesi, e un rappresentante della banca è venuto a visitare la nostra realtà, a conoscere i soci, personalizzando in questo modo la relazione. Così abbiamo potuto accedere ad un finanziamento da 40mila euro sostanzialmente senza utilizzare garanzie personali da parte degli amministratori. E questo ha consentito di convincere il nostro consiglio direttivo a prendersi l’impegno».
Un impegno non indifferente, che il pubblico delle moltissime iniziative dell’associazione ha però subito compreso, partecipando sempre più numeroso. Moltiplicando le iscrizioni e rispondendo alle raccolte fondi. Dimostrando di essere una comunità coesa e coinvolta, fatta di cittadini, molti giovani, e scolaresche.
Una comunità che tiene al “suo” Parco astronomico. Alla sua cupola da 4 metri di diametro, rotante e apribile, dove opera un telescopio che consente l’osservazione da remoto (favorendo l’attività amatoriale); ai suoi due giardini (del Sud e del Nord) dove un secondo grande telescopio a terra permette le osservazioni a occhio nudo di luna, corpi celesti, ammassi stellari, nebulose e galassie. E tiene sia alla cupola gonfiabile del planetario mobile, che col finanziamento è stata riparata per continuare a far viaggiare le costellazioni tra le scuole della provincia, sia alle installazioni educative nei giardini. Il grande notturlabio, gli orologi solari, le meridiane, le tabelle dei pianeti in scala… Per non dire delle lezioni a cielo aperto, della passeggiata annuale sotto le stelle (Night Star Walk) e del grande progetto che vuole collegare l’esperienza del parco naturale con l’educazione astronomica, il Sentiero delle stelle.
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