GIT Padova
Gruppo di Iniziativa Territoriale di Banca Etica
A cura di Associazione Open Your Borders
Open Your Borders! è un invito rivolto a tutti e tutte, prima di essere il nome della nostra associazione.
Formalmente siamo costituiti in OdV da marzo 2017, intrecciando il lavoro quotidiano in città, a fianco ed in supporto delle persone migranti, ad un’attenzione più ampia rispetto allo scenario globale del vivere migrante.
L’associazione porta avanti l’attività più che decennale a Padova di LiberaLaParola, una scuola d’italiano gratuita, libera ed aperta a chiunque.
Inoltre nell’ultimo periodo ha preso vita anche il progetto “Help Desk”, uno sportello giuridico non retribuito, di orientamento ai servizi del territorio.
Molti di noi avevano seguito passo passo l’evolversi della “Balkan Route“, fenomenale convergenza di migranti verso l’Europa, sviluppatasi dall’estate 2015 fino alla chiusura del confine greco-macedone con il conseguente ristagnare di decine di migliaia di persone nelle campagne a ridosso del villaggio greco di Idomeni.
In risposta al crearsi di questa situazione la campagna “#overthefortress” aveva organizzato una staffetta collettiva di circa 300 partecipanti che si era recata ad Idomeni portando aiuti e solidarietà concreta ai migranti.
Il portato di questa esperienza è stata poi convogliato all’interno dell’associazione che ha continuato ad interessarsi attivamente alle vicende migratorie in Grecia e lungo la rotta balcanica.
Tra il 2019 e il 2020 siamo infatti diventati parte integrante della campagna “#Lesvoscalling”, che ha continuato a monitorare la situazione migratoria ai confini d’Europa.
Dopo i primi viaggi per inchiestare la terribile situazione sull’isola dell’Egeo abbiamo preso parte all’esperienza collettiva che ad inizio gennaio è tornata a Lesbo.
Tramite il progetto della campagna #Lesvoscalling “Hygienic kit for women in Moria camp in Lesvos – Kit igienico per donne nel campo di Moria a Lesbo” siamo riusciti a distribuire alle donne del campo profughi di Moria centinaia di kit igienico sanitari arrivati sull’isola dopo un lungo viaggio in furgone.
In questo modo si è portata l’attenzione sulle condizioni delle migranti, spesso ancora più precarie rispetto a quelle dei loro compagni di sesso maschile.
Successivamente si sono svolti altri due viaggi lungo la rotta balcanica per monitorare la situazione delle persone in transito nelle città di Tuzla, Bihać e Sarajevo in Bosnia-Erzegovina.
Una nostra delegazione a febbraio ha partecipato anche alla Marcha por la dignidad a Ceuta in Spagna, recandosi presso un altro di quei confini europei grondanti di sangue.
Con l’avvento della Pandemia di Coronavirus abbiamo dovuto adattarci a rimodulare le nostra attività per conformarle alle norme di distanziamento, che crediamo non debbano però costituire delle barriere di isolamento sociale.
Basandosi su questo pensiero abbiamo continuato a svolgere da remoto le lezioni settimanali della scuola di italiano, rendendosi conto della necessità del mantenimento dei rapporti sociali che, in certe fasce della popolazione, sono resi ancora più difficili da un “digital divide” che limita l’uso delle risorse tecnologiche.
Anche lo sportello Help Desk si è dovuto riarticolare in via telematica, sia per tenersi in contatto con gli utenti già incontrati durante l’apertura al pubblico sia per prepararsi anticipatamente alla gran mole di lavoro che arriverà in seguito alla riapertura degli uffici immigrazione.
Il motivo di questa ri-modulazione del servizio è legato alla consapevolezza che il problema dei permessi di soggiorno in scadenza è stato solamente posticipato di qualche mese, fatto che inficerà a cascata, partendo dagli effetti caotici per le questure oberate di risposte da dare, soprattutto i diretti interessati.
Grazie a questa esperienza, che ci ha portato a conoscere le situazioni precarie legate alla concessione dei permessi di soggiorno, abbiamo sottoscritto l’appello della campagna “Siamo qui-Sanatoria subito”, per una sanatoria generalizzata di tutti/e i/le migranti presenti in Italia, sganciata dalla possibilità o meno di avere un lavoro, che funge spesso da ricatto per la concessione dei permessi.
Inoltre molti dei nostri associati sono parte attiva all’interno del progetto “Per Padova noi ci siamo” coordinato dal CSV, mettendosi a disposizione per portare le spese, stoccare il cibo donato, distribuire i buoni spesa e gestire gli spazi esterni ed interni di Casa Arcella, edificio adibito all’accoglienza dei senza fissa dimora dopo la fine dell’emergenza freddo.
Al di là della specificità dell’edificio, che rappresenta sicuramente un luogo da attenzionare vista la grande presenza di utenza migrante (da africani a persone dell’est Europa), ciò che ha spinto l’associazione ad interagire con questo servizio di accoglienza è determinato dalla possibilità di raggiungere persone difficili da intercettare in tempi ordinari, oltre alla possibilità di mantenere attivo uno sguardo critico sul territorio, provando a capirne le problematiche e le contraddizioni.
Il costante impegno dell’associazione è mosso dalla consapevolezza che in questo momento di emergenza sia necessario mettersi in gioco per rafforzare il sistema comunitario della nostra città, da sempre attraversata da pratiche di mutualismo per tutti e tutte.