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Accoglienza e coesione sociale, in un CIAC!

Accoglienza e coesione sociale, in un CIAC!

In collaborazione con Corrado Fontana, giornalista di Valori.it

«Si tratta di una realtà con cui lavoriamo molto volentieri in quanto portatrice di valori in linea con la nostra banca. Sono attivi sul tema dell’accoglienza da tantissimi anni e hanno maturato un’esperienza che li ha resi una realtà di riferimento a livello nazionale». Le parole di Fabrizio Prandi, consulente Finanziario di Banca Etica per le Province di Reggio Emilia e Piacenza, sono indirizzate a Ciac Onlus, ovvero il Centro immigrazione, asilo e cooperazione internazionale di Parma e provincia. Una vero attestato di stima, segno di una collaborazione ultradecennale, verso un’associazione dalla lunga storia, dall’anima definita e dalle molteplici attività.

Ciac Onlus, infatti, nasce operativamente a metà degli anni ’90 come coordinamento delle realtà che si occupavano di diritti e pace nella provincia, e diventa luogo di tutela della popolazione migrante. L’anno di nascita ufficiale è però il 2001 e fin dalle origini Ciac sperimenta iniziative territoriali che – spiega il direttore Michele Rossi – rendano «esigibili dei servizi da parte delle persone immigrate oppure in fuga dalla guerra. Allora non c’era ancora una legislazione in materia nel nostro Paese, sono le prime esperienze e comincia la storia dell’asilo politico in Italia. Ciac ha quindi avuto un ruolo da iniziatore, anche come spazio di elaborazione del pensiero giuridico». Ed ecco quindi gli sportelli gestiti da lavoratori di origine straniera all’interno dei comuni, con l’obiettivo di stabilire un contatto tra le comunità e creare percorsi di cittadinanza. Ecco l’accoglienza diffusa dei rifugiati in famiglia o il servizio Tandem, che mette in relazione giovani italiani e stranieri in soluzioni di social housing contro la precarietà lavorativa. Ma anche iniziative culturali come l’Atlante dell’ora di cena.

«Ciac – prosegue Rossi – accoglie su tutta la provincia più di 300 ospiti, inclusi nuclei familiari e mamme con bambini. Ha una rete di una trentina di sportelli comunali nei piccoli centri e il Centro Franco Basaglia, che cura l’inserimento lavorativo con corsi di formazione professionale e orientamento al lavoro. Ha un’ampia area legale per la tutela dei diritti delle singole persone. Ha un area socio-sanitaria per il diritto alla salute che, in coordinamento con l’unità sanitaria locale di Parma, ha costruito un’equipe multidisciplinare dedita alle principali fragilità della popolazione migrante. In particolare delle vittime di tortura, tratta e sfruttamento, integrando parte sociale e parte sanitaria. Ciac Onlus svolge inoltre formazione a livello nazionale per istituzioni, aziende sanitarie locali, ospedali… sulla presa in carico e i servizi per la popolazione immigrata».

Iniziative preziose sostenute dalla collaborazione continua con Banca Etica, poiché, conclude Rossi, «abbiamo costruito un rapporto funzionale importante per le progettualità e per avere garanzia che negli aspetti amministrativi, gestionali, economici e finanziari i nostri valori si possano affermare, anche su una scala più ampia. Stare con Banca Etica vuol dire infatti far parte di una rete». E così, con l’idea precisa che la popolazione migrante sia parte integrante della società italiana e merita ogni sforzo di inclusione e integrazione, Ciac non si è fermata neppure durante il lockdown per il coronavirus, rivolgendosi invece a tutti coloro fossero in stato di marginalità sociale. Ha sviluppato la formazione a distanza e le consegne a domicilio, e poi un call center e il sito web per garantire informazioni in lingua sulla pandemia o indicazioni specifiche per ottenere i buoni spesa.

E ha avviato un grande progetto di accoglienza innovativo chiamato Wonderful World. Un’immobile messo a disposizione dall’ordine dei Padri Saveriani dove potesse rifugiarsi chi non avesse un luogo dove stare durante il lockdown. Una casa concepita come una comunità, dove hanno gravitato decine di operatori e volontari (dai 19 agli 86 anni di età). E presto, se la pandemia lo consentirà, una sua parte sarà dedicata al turismo etico, con una sorta di bed and breakfast. Gli ospiti potranno entrare in contatto con la città tramite attività gestite dai migranti stessi nell’ambito di un progetto chiamato MigranTour.