Una nuova storia di abitare sostenibile che abbiamo finanziato, questa volta andiamo a Vicenza per scoprire un’esperienza di cohousing.
Questa è una storia che parla di una scelta nata da una condivisione, che racconta la voglia di pensare un ambiente abitativo comune. È quella di tre famiglie che si sono conosciute nell’ambito scolastico dei propri figli.
Da questa amicizia è partita prima l’idea di affrontare un nuovo modo di concepire l’abitare (e perché no, forse un futuro lavoro), e la ricerca di uno spazio adeguato.
«Venivamo da tre differenti paesi e abbiamo sentito l’esigenza di fare qualcosa di nostro, in un posto dove poter lasciare un’impronta. Abbiamo trovato questa porzione di contrada ormai disabitata – racconta Gianluca Biasetti, uno dei protagonisti – e dopo un anno e mezzo di contrattazioni, abbiamo fatto il grande passo, acquistando».
Il progetto Costapiana Co-housing (Valli del Pasubio, provincia di Vicenza) ha previsto la totale demolizione e riqualificazione del borgo, prima appartenente a un anziano signore, nativo del posto, ma emigrato all’estero da molti anni: «Non abbiamo incontrato nessuno ostacolo dall’amministrazione comunale, anzi, ci ha dato il suo pieno appoggio. Siamo stati accolti bene e anche integrati nell’ambito delle feste e delle ricorrenze della zona».
Quando il progetto sarà finito – si prevede una prima agibilità entro l’estate 2015 – ci abiteranno le tre famiglie e una signora legata al gruppo. Ma non è tutto, perché ci sono anche risvolti professionali: «Nel borgo ristrutturato ci saranno camere da dedicare a un bed&breakfast, una sala conferenze, e un’attività agricola legata al terreno circostante, fatto di campi e boschi – spiega Biasetti – Vorremmo anche fare in modo che nel tempo le case non abbiano nessuna dipendenza dal petrolio e in generale da enti che distribuiscono energia».
Lo spazio, racconta Biasetti, è di mille mq calpestabili, e completata la fase di costruzione della struttura portante (in X-Lam), è realizzato in auto costruzione: «I coppi, per esempio, li abbiamo posati noi, recuperandoli da quelli originali. Abbiamo lavorato sempre a stretto contratto con gli artigiani, per la parte che riguarda certificazioni e necessità di linee guida, e anche perché ci teniamo che venga esaltato il lavoro del territorio. Anche il legno è lavorato nell’arco di massimo una cinquantina di km, è quello del Cadore e dell’altopiano di Asiago».
La realizzazione dell’opera è stata curata da una ditta specializzata nella costruzione di abitazioni ecologiche, mentre l’autocostruzione si è concentrata sulle attività che richiedevano molto lavoro in termini di ore-uomo, e nessuna certificazione (ad esempio il recupero di materiali, la posa dei pavimenti ecc).
«Banca Etica ha appoggiato il progetto, aiutando la mia famiglia a realizzare questa idea – spiega Biasetti – con un pre-finanziamento che poi diventerà un mutuo prima casa. Siamo tutti correntisti e soci, chi da più anni, chi da meno».
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