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A Brescia c’è la Casa Siriana – buona per tutti

Di Corrado Fontana, giornalista di Valori.it

Mohamad, insieme alla moglie Ghena e i loro 3 figli piccoli, sono arrivati in Italia a settembre del 2016 dopo esser stati temporaneamente accolti in Turchia. Scappati dalla Siria per una guerra che da anni infiamma il Paese, un tempo conosciuto soprattutto per le antiche meraviglie d’arte e cultura di Aleppo e Damasco. Una storia iniziata come tante, purtroppo, di migranti in fuga da guerre, persecuzioni, povertà… che però, a differenza di altre, sta trovando una conclusione positiva. Anzi, ben più che positiva e persino… succulenta. Con l’apertura nella Brescia multietnica di Casa Siriana a novembre 2018, il primo ristorante take-away di cucina tipica siriana in Italia.

Un percorso durato due anni. Condotto con pazienza nell’ambito di un progetto Sprar (sì, quelli che il recente Decreto Sicurezza convertito in legge mette a rischio…) del comune bresciano affidato agli operatori dell’impresa sociale ADL Zavidovici onlus. Per un obbiettivo ambizioso e oggi successo, sostenuto da una sinergia tra soggetti diversi. Tant’è che è stato co-finanziato dall’Ue e dal ministero dell’Interno grazie a un fondo FAMI (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione) chiamato Àncora, e sostenuto fin dal principio con strumenti diversi da Banca Etica, oggi istituto di riferimento dell’impresa neonata.

«La banca – ci dice Agostino Zanotti di ADL Zavidovici – ci è sempre stata vicina nel dare opportunità alle situazioni che si presentavano. Questa di Casa Siriana è solo l’ultima in ordine di tempo. L’abbiamo segnalata a Banca Etica e ne è scaturito un finanziamento da 25mila euro a tasso agevolato per l’avvio, con una prima valutazione del business plan e un supporto da parte di un esperto indicato dalla banca stessa che ha seguito il primo monitoraggio e la verifica della proposta progettuale. Banca Etica ci ha perciò supportato notevolmente, e ha supportato la famiglia di Mohamad in quest’avventura. Anche Mohamad – che ha sempre fatto il ristoratore nel suo Paese e, tramite lo Sprar, ha partecipato a un tirocinio in un ristorante in Italia – ci ha messo una quota di denaro, inviata dai parenti siriani. Ma la cosa bella è che, quando si riesce a coniugare le propensioni individuali in un’impresa concreta, anche il beneficiario si sente realizzato e responsabilizzato. Impegnato automaticamente nel successo della sua impresa individuale».

Casa Siriana è stata inaugurata in una serata partecipatissima, con circa 500 persone pronte a gustare i sapori messi in tavola da Mohamad. E ha così mostrato fin dal principio grandi potenzialità di lavoro. Il ristorante si trova in un quartiere non centrale, ma è vicino alla metropolitana, in una posizione di buona visibilità e con passaggio di persone frequente. E il primo mese di attività è stato molto positivo. «Perché – prosegue Zanotti – chi mangia lì trova sia coerenza tra l’offerta e il prezzo sia la soddisfazione di sostenere un’iniziativa eticamente importante».

La nascita del progetto Casa Siriana è avvenuta dopo un primo anno di permanenza in Italia in cui Mohamad sperava ancora di poter tornare in Siria a ricostruirsi il futuro. E solo quando, svanita tale prospettiva, è stato pronto a investire a Brescia tutte le energie e risorse. Nel secondo anno di Sprar è stata quindi elaborata una tabella di marcia lungo la quale Mohamad ha dovuto imparare la lingua italiana e ha individuato il luogo adatto per realizzare la sua impresa. In un percorso complessivo verso l’autonomia che l’ha portato ad uscire dallo Sprar a novembre, con un proprio appartamento e la propria attività. «Quella di Casa Siriana – conclude Zanotti – è sicuramente una vicenda che ci offre grande soddisfazione, anche in periodi come questi. Siamo infatti consapevoli che senza lo Sprar Mohamad non avrebbe di certo raggiunto l’obiettivo, al di là di ogni contributo finanziario ricevuto».