A cura di Corrado Fontana, giornalista di Valori.it
Michele Plati, della cooperativa sociale Il Sicomoro di Matera, ci racconta di Said Elshazly, un giovane migrante egiziano. «Arrivato nel 2012 presso la nostra comunità per minori di San Chirico Raparo, in Val d’Agri, in coordinamento con gli operatori viene poi iscritto alla scuola alberghiera dove, pian piano, scopre la propria inclinazione e la volontà di fare lo chef. Noi lo aiutiamo a formarsi una professionalità fino a che, diventato maggiorenne e uscito dalla comunità, l’abbiamo assunto a tempo indeterminato come cuoco nell’ambito della nostra casa di riposo di Brancaccio. Dopo “essersi fatto un po’ le ossa” in quel ruolo, gli abbiamo affidato il Panecotto Bistrot, e lì Said ha costruito ulteriormente la sua esperienza di cucina, finché, qualche settimana fa, vista l’occasione di rilevare in città il ristorante che era di uno chef stellato, gli abbiamo proposto di diventarne socio al 33%, e ne abbiamo parlato con Banca Etica per studiare una soluzione. Morale della favola? Grazie anche al sostegno determinante di Banca Etica, oggi c’è un migrante giunto in Italia a 14 anni e passato per la nostra comunità che, a 23 anni, gestisce un proprio ristorante».
Panecotto Bistrot, gastronomia e lavoro – Il Sicomoro di Matera
L’avventura imprenditoriale di Said Elshazly è iniziata perciò dall’Enjoy – questo il nome del locale – e punta in alto: il ristorante, che fa pesce ed è situato nei caratteristici Sassi di Matera, ha infatti un appeal giovane, elegante, “alla moda” – se vogliamo etichettarlo –. E questa storia ci pareva essere il biglietto da visita migliore per descrivere Il Sicomoro, cooperativa nata nel 2003 che collabora con Banca Etica dal 2006 sviluppando molteplici progetti e servizi nel solco dell’inclusione sociale. In primo luogo tramite l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate – sviluppato dalla cooperativa consorella MEST – e, in particolare, con disabilità (soprattutto sindrome di Down) e patologie di salute mentale: «Un campo – precisa Plati – piuttosto complesso da affrontare, perché la salute mentale è una sorta di “dolore disabitato”, non è immediatamente riconoscibile, è una condizione che prevede processi lunghi, faticosi, da costruire con molta attenzione». In secondo luogo con l’accoglienza dei migranti. Due pilastri a cui, negli anni, si è aggiunta l’assistenza alla persona, in particolare agli anziani.
Casa di Riposo Brancaccio – Il Sicomoro di Matera
MEST e Il Sicomoro rappresentano perciò una realtà territoriale importante, con 130 dipendenti circa e un fatturato aggregato 2021 intorno ai 6,5 milioni di euro, risultando attive in diverse provincie della Basilicata (Matera e Potenza, in primis) e nelle aree interne. Il Sicomoro, in particolare, gestisce 250 posti disponibili in case di riposo, ma offre assistenza a un movimento complessivo 400-450 persone anziane l’anno, e opera su un centinaio di posti nelle strutture e servizi per i migranti. Il bacino d’intervento è ampio, insomma, e il suo valore sociale è ben riconosciuto anche da Vincenzo Noia di Banca Etica: «Nel loro caso vale soprattutto la frase “Nessuno si salva da solo“, perché davvero seguono le persone in difficoltà, che siano migranti, minori o anziani, dal momento in cui se ne fanno carico fino all’uscita». Parole che denotano una sintonia cementatasi nei tempi recenti di criminalizzazione dell’accoglienza in Italia e ribadita da Plati quando ricorda che «Con Banca Etica ci siamo trovati a parlare la stessa lingua. E, avendo gli stessi obiettivi, la collaborazione è stata un naturale coronamento».
Come confermano le modalità con cui Il Sicomoro persegue l’inclusione sociale, dove grande spazio e valore sono riservati ai ragionamenti sull’integrazione. «Stiamo costruendo percorsi, costantemente, operando sulle comunità di accoglienza – conclude Plati –, perché vi siano processi di reciproco riconoscimento. Dobbiamo lavorare non solo con i migranti, ma con le comunità nelle quali vengono inseriti, creando dei ponti solidi e delle relazioni, al di là di qualsiasi discorso moralistico. Soprattutto usando i canali dell’arte, del teatro e della cultura». Oltre a quelli della cura e del lavoro, naturalmente.
Guarda anche il video “La città che non si vedeva”
Un documentario sulla città di Matera attraverso il racconto degli abitanti della Residenza Brancaccio.
Il documentario è di Francesco Russo, produzione il Sicomoro 2019.
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