“Learn from yesterday. Live for today. Love living”. Ovvero “Apprendi dal giorno passato. Vivi il giorno presente. Ama la vita”. Ispirati da questa sorta di mantra rinvenuto lungo un recente viaggio in Africa e riadattato per creare il nome della loro neonata attività ricettiva in Italia, chiamata perciò Lilelo (Little leisure lodge, letteralmente “casetta per il tempo libero”), Marco Ambrosio, come amministratore unico, e la moglie, in qualità di socia, hanno così dato vita al proprio sogno imprenditoriale nel Monferrato.

E sposando il gusto architettonico delle A-frame homes, gli alloggi a forma di “A” diffusi in tutto il mondo, con l’idea di turismo di fascia alta rappresentato da esperienze che spesso vengono identificate come glamping (dalla crasi di “glamour” e “camping”), Lilelo è stato sviluppato su un’area di terra di un ettaro, di cui poco meno di metà è lasciato a bosco. Non per nulla, dai boschi e dalle vigne il piccolo complesso rimane circondato per tre lati, con grandi visuali panoramiche che sono parti integranti dell’ospitalità offerta da tre alloggi d’aspetto singolare eretti tra le colline dell’astigiano, in una zona famosa per i grandi vini e per la tradizione gastronomica profondamente legata al territorio e ai suoi frutti – soprattutto quelli autunnali (castagne e tartufi, ad esempio), ma non solo.

«Lilelo – conferma infatti Ambrosio – realizza in Italia quello che all’estero si trova come glamping, ovvero strutture ricettive per accogliere in un ambiente ricercato i visitatori, mantenendo un estremo contatto con la natura. Le nostre casette si innalzano a circa due metri d’altezza,  vi si accede con una scala ripida che porta all’interno e non hanno la parte di cucina, perché non è concesso l’utilizzo di fuochi in locali di legno come questi, che riproducono lo schema dell’abitazione più semplice possibile, praticamente limitandola alla forma del tetto con i due spioventi e al piano orizzontale della base al di sotto». Una soluzione che da un lato propone grande attenzione ai materiali naturali e un’ospitalità raffinata e minimalista, d’altra parte offre livelli di comfort elevati e favorisce una gestione razionale delle risorse.

«L’indipendenza delle abitazioni – prosegue Ambrosio – determina la modulabilità dei consumi energetici. Tutta l’illuminazione è realizzata con lampadine a led, mentre non è stato possibile inserire i pannelli fotovoltaici perché la locale Commissione per il paesaggio  ha ritenuto questa opportunità non adeguata. Le casette montano impianti di condizionamento aria aria che consentono un riscaldamento rapido, e ciascuna di queste strutture ha una vasca riscaldata all’esterno che permette di essere utilizzata in tutte le stagioni». Una vasca riscaldata con affaccio sulle colline circostanti ben si compone, poi, con il livello delle tariffe richieste da questo tipo di soggiorno, mirando a soddisfare un target di clientela senz’altro benestante e meno – ad esempio – le famiglie giovani con figli, dal momento che – per evitare qualsiasi rischio connesso al particolare accesso imposto dal design degli alloggi – non sono accettati ragazzi sotto i 12 anni.

E se l’idea di turismo di Lilelo si è tradotta in realtà a ottobre 2022 con la prima coppia ospite nelle A-frame homes, il progetto è nato qualche anno prima e ora procede sostenuto da un rapporto esclusivo con Banca Etica e da un mutuo, nell’ambito di una relazione che non è solo funzionale. Come dimostrano sia le parole conclusive di Ambrosio («L’abbiamo scelta dopo aver valutato anche altre banche, ma ci è sembrato che la visione e gli obiettivi di Banca Etica relativamente ai temi ambientali e di supporto all’economia locale fossero perfettamente in linea con la visione della nostra impresa») sia quelle espresse da Fabrizio Padovani (Area Nord-Ovest di Banca Etica): «Finanziando Timber – la società che possiede Lilelo – a novembre 2020, cioè in pieno periodo pandemico, abbiamo voluto dare fiducia a questa startup dell’accoglienza turistica in un momento di forte difficoltà del settore, sostenendo un progetto con una forte impronta di sostenibilità ambientale e nato in un’ottica di rispetto della comunità locale e di valorizzazione delle attività esistenti (ristoratori, cantine vinicole, artigianato e servizi in generale)».

Un’affinità che si afferma pure nel legame di Lilelo col territorio e nella promozione della sua economia, non solo attraverso l’impiego di materiali e maestranze “a chilometro zero” (o al massimo provenienti da Torino) per costruire le strutture, ma anche tramite la proposta di bevande e cibi. Nell’allestimento delle colazioni – che sfruttano una zona comune con una cucina dove vengono terminate le preparazioni dal personale – quasi tutti i prodotti alimentari provengono da aziende vicine, come pure salumi e formaggi, i vini e le torte, che arrivano da Grazzano Badoglio oppure da Moncalvo e dai dintorni.