a cura di Corrado Fontanta, giornalista di Valori.it
Chiunque sia cresciuto negli ultimi 80 anni ricorda i giocattoli musicali Bontempi, delizia di bambini col ritmo nel sangue e, talvolta, (amorevole) croce per le orecchie degli adulti. Ma anche storia dell’industria italiana, e preziosa fonte di lavoro nello stabilimento di Martinsicuro, nel teramano.
Almeno fino alla crisi profonda patita a partire dal 2008, e al successivo fallimento di Bontempi Spa; con la società iCom di Potenza Picena che ne ha rilevato il ramo commerciale, gli stampi e il marchio, rinominandosi Bontempi iCom. Pronta a conservarne l’eredità, se necessario anche grazie alla sola importazione di prodotti dall’estero. Mentre lo stabilimento di Martinsicuro e un centinaio di dipendenti sembravano destinati al peggio.
E invece no. Grazie al vincolo di fiducia stretto tra i lavoratori ex Bontempi e l’antico cliente iCom, ha preso vita nel 2013 un progetto di workers buyout che sta funzionando. I lavoratori a rischio si sono uniti costituendo iAcoop (industria Abruzzo cooperativa), con 18 soci e 34 dipendenti (una attualmente in maternità), e si sono ripresi la fabbrica. Oggi continuano a produrre batterie giocattolo, trombettine, chitarrine, clarinetti, sassofoni, fisarmoniche, armoniche e flauti per la scuola, contando sulle commesse annuali e la solidarietà di Bontempi iCom.
Una bella storia italiana che parla di coraggio e rete socio-economica territoriale, a cui hanno partecipato pure Legacoop Abruzzo e i fornitori più importanti, che hanno concesso dilazioni di pagamento. Una storia resa possibile anche per l’intervento di Banca Etica.
«Ci siamo rivolti a Banca Etica – racconta il presidente di iAcoop Giancarlo Pieroni –. Con Banca Etica ora lavoriamo per il 95% della nostra necessità, abbiamo l’anticipo fatture e un fido da 50mila euro, attingendo alle risorse in modo semplice».
Tra iAcoop e il mondo della finanza etica si formato così un rapporto che fa argine alle oggettive difficoltà di un mercato in contrazione. E che guarda avanti con qualche buona ragione di ottimismo e ambizioni di crescita. «In questi mesi – prosegue Pieroni – abbiamo verificato come Banca Etica faccia ogni sforzo per aiutare le cooperative. Valorizzando la nostra scelta di adottare questa forma giuridica per recuperare i posti di lavoro. Tant’è che il nostro tentativo quotidiano rimane quello di aumentare i clienti e il fatturato per riassorbire alcuni lavoratori che sono rimasti fuori, al di là di chi è stato accompagnato alla pensione o ha trovato diverse occupazioni».
IAcoop prosegue il suo viaggio, insomma, augurandosi che dai molti incontri fatti e dai prossimi appuntamenti in programma con altre aziende, scaturiscano nuovi ordinativi, capaci di dare stabilità a medio termine e sviluppo alla società. Contribuendo in tal modo a creare un altro pezzetto di economia solidale nel senso più pieno.
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