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Dal Medioevo all’Ecovillaggio: il finanziamento a Torri Superiore

Dopo la storia di della cooperativa Numero Zero continua il nostro viaggio alla scoperta dei finanziamenti a famiglie e organizzazioni per progetti abitativi. Storie come quella di questo ecovillaggio.

Torri Superiore è la frazione superiore di un paese rimasto disabitato nella zona di Ventimiglia. Dopo un lungo percorso un gruppo di soci costituiti in cooperativa l’hanno ristrutturato, trasformato in un ecovillaggio e portato a nuova vita.

Nel 1989 si è costituita l’Associazione Culturale Torri Superiore, con lo scopo di restaurare il borgo medievale lasciato in abbandono. «Il villaggio di Torri viene citato per la prima volta in un documento del 1073, nella frase “Actum in castro ubi Ture dicitur” (“Questo accadde in un villaggio chiamato Ture”, Cais, Contea di Ventimiglia) – si legge sul sito ufficiale –. L’origine dell’insediamento medievale a Torri Superiore, un complesso di edifici separati da poche centinaia di metri dal villaggio principale, è incerta, ma si ritiene che possa risalire al
tardo XIII secolo
». 

«Quando abbiamo scoperto questo borgo, c’era rimasto un unico abitante – racconta uno dei protagonisti del recupero, Massimo Candela – e l’idea era quella di farlo rivivere, riabitandolo con prime case. Ci sono voluti molti anni prima che un gruppo di persone fosse in grado di comprare il borgo, spartendolo in parte come proprietà dell’Associazione, e in parte come proprietà dei soci. Da lì l’istituzione di una comunità di residenti, e l’inizio della ristrutturazione della parte posseduta dall’associazione». 

I soci hanno creato una cooperativa chiama Ture Nirvane che nell’arco di 10 anni è riuscita a ristrutturare completamente il borgo. Ora i soci stanno iniziando a occuparsi anche dell’aspetto turistico, con la creazione di una struttura ricettiva. Oggi il borgo è completamente ristrutturato e abitato in modo permanente da una ventina di persone tra adulti e bambini. In più c’è qualche seconda casa, usata per periodi di vacanza. 

L’intera operazione ha avuto come fulcro il lavoro sulla sostenibilità: «Per quattro anni la nostra cooperativa ha gestito la segreteria della Rete Italiana degli Ecovillaggi, e questo ci ha dato accesso a ulteriori stimoli e scoperte, specialmente nel confronto con il Nord Europa, dove le esperienze degli eco-villaggi sono davvero vent’anni avanti a noi» commenta Candela.

Il recupero del borgo è un vero e  proprio “riciclo urbanistico” che ha comportato una grande sfida nel tentativo di applicare agli edifici medievali i più moderni parametri per il risparmio energetico delle abitazioni: un fronte molto più facile da gestire quando si costruisce exnovo.

Per le opere di restauro sono stati usati pietra naturale locale, calce (per gli intonaci e le pitture murali) e materiali isolanti naturali (sughero, fibre di cocco). Serramenti in legno sostenibile, smalti e pitture murali ecologiche. L’acqua calda è prodotta dai pannelli solari, e gli impianti di riscaldamento sono a bassa temperatura. Gran parte dell’energia elettrica del centro culturale viene autoprodotta con i pannelli fotovoltaici. C’è una “compost toilet” (in funzione all’esterno) e un piccolo impianto di fitodepurazione per un’unità abitativa privata. L’obiettivo è quello di riuscire a completare la produzione di energia da fonti rinnovabili e cibo locale. 

Nel borgo ci sono diversi orti e frutteti, ispirati ai principi della permacultura, che forniscono verdura e frutta fresca, e altre coltivazioni sono in via di realizzazione. Chiaramente vengono prodotte uova fresche, ma anche olio d’oliva, pane, pasta fresca, miele, marmellata, yogurt, gelato, tisane di erbe locali. Raccolta differenziata e riciclo sono parole d’ordine: gli scarti che
non vengono utilizzati per nutrire gli animali vengono compostati. 

In tema trasporti, l’organizzazione prevede 5 automobili per 20 residenti, e anche gli ospiti sono incoraggiati all’uso del trasporto pubblico (treno e corriera locale). Per il trasporto da e per le campagne, ci sono due asini.

Dal 2010 viene organizzato il programma culturale “Vivere la transizione”, che prevede corsi e seminari sulla sostenibilità per diffondere le informazioni apprese dagli abitanti dell’ecovillaggio nel corso del tempo.

Il cibo che si acquista nel borgo è in gran parte biologico, o di provenienza locale. Nessun alimento surgelato, precotto, geneticamente modificato, basi pronte, e in inverno si sfrutta il forno
a legna per pane e pizze. 

Il nostro prestito è finalizzato alla realizzazione dell’impianto a pannelli fotovoltaici per produrre energia da fonti rinnovabili.

Per approfondire: www.torri-superiore.org