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Storie del cambiamento: l’Associazione Mimosa di Padova

«Senza Banca Etica questo progetto non sarebbe mai partito, è stato promosso e sostenuto economicamente dalla banca, che continua a far parte della cabina di regia di questa progettualità che si amplia sempre più, includendo altri soggetti». Barbara Maculan, Presidente.

Secondo appuntamento con le “Storie del cambiamento“, le interviste contenute nella ricerca sull’impatto sociale dei nostri finanziamenti all’economia civile e solidale realizzata per i nostri 15 anni.

Ecco l’intervista a Barbara Maculan, Presidente dell’Associazione Mimosa di Padova.

L’Associazione Mimosa nasce nel 1996 per promuovere l’integrazione sociale di persone in stato di disagio, con particolare attenzione all’immigrazione e alla prostituzione, alle situazioni di indigenza e svantaggio sociale nei territori delle Province di Padova, Vicenza e Treviso. L’Associazione offre servizi di primo contatto, informazione e accoglienza a minori provenienti da contesti disagiati. Gli interventi si rivolgono a minori stranieri vittime di tratta e da minori italiani provenienti da contesti familiari problematici. L’Associazione offre ai ragazzi la possibilità di soggiornare in comunità residenziali, proponendo un percorso di integrazione sociale ed educativo finalizzato all’autonomia della persona. Alle attività primarie si affiancano quelle di prevenzione, sensibilizzazione e comunicazione rispetto al tema della prostituzione, del disagio e della violenza di genere, rivolto alle fasce giovanili, con interventi nelle scuole superiori.

La collaborazione con Banca Etica e il progetto finanziato

La collaborazione tra l’Associazione Mimosa e Banca Etica risale alla costituzione stessa della banca, di cui l’Associazione è socia. In quanto unico istituto di credito dell’Associazione, Banca Etica ha un ruolo fondamentale nel sostegno di tutte le sue attività. Nell’ambito del 2008 nasce su iniziativa di Banca Etica un percorso di progettazione partecipata con l’Associazione e altri soggetti istituzionali e privati, che ha come obiettivo la riqualificazione dell’area urbana di Padova adiacente la stazione, dove la Banca ha la sede centrale. Il progetto “La città partecipata” si pone l’obiettivo di promuovere delle azioni finalizzate a migliorare la qualità della vita in un contesto urbano caratterizzato da degrado, forte presenza di stranieri e a rischio abbandono o desertificazione. Il progetto si configura come esempio virtuoso di partnership tra pubblico e privato.

Le principali iniziative proposte hanno riguardato in particolare:

  • azioni di rivitalizzazione culturale, promuovendo la cultura dell’integrazione tramite eventi culturali e artistici;
  • azioni di rivitalizzazione commerciale, coinvolgendo gli esercenti stranieri in un processo di valorizzazione dei negozi, con particolare attenzione agli aspetti igienicosanitari e al lay-out dei punti vendita.

L’impatto sociale del finanziamento

Il progetto ha messo in atto un processo di coinvolgimento sempre maggiore di realtà del privato sociale e del pubblico (associazioni di categoria, comitati cittadini, singoli commercianti o residenti, istituzioni cittadine, ecc.), che si sono presi in carico l’area organizzando una pluralità di iniziative grazie alle quali il progetto si è arricchito sia in termini di risorse umane, sia organizzative ed economiche. Tra le più significative ricordiamo azioni di rivitalizzazione commerciale, in particolare l’insediamento nell’area del primo farmers’ market padovano, denominato Mercato Contadino, nato per rispondere ai bisogni di acquisto di beni di prima necessità da parte dei residenti anziani e l’adozione di esercizi commerciali stranieri.
Le realtà partecipanti hanno inoltre proposto degli eventi culturali e artistici come momenti di aggregazione e che fossero in grado di promuovere l’integrazione tra cittadini di origine straniera e locali, rompendo gli stereotipi negativi sul degrado e l’invivibilità dell’area. L’Associazione ha organizzato 11 eventi che hanno coinvolto artisti locali e permesso il recupero di alcuni siti urbani degradati. L’ampio coinvolgimento della cittadinanza a vari livelli e la varietà delle proposte presentate hanno contribuito a migliorare l’immagine dell’area, nota principalmente per fatti di cronaca nera. Cambiamento testimoniato da un numero crescente di articoli positivi sulla stampa locale con oggetto le azioni di rivitalizzazione. Banca Etica ha contribuito fattivamente alla realizzazione delle iniziative non soltanto con il finanziamento, per un totale complessivo di circa 20.000 euro, ma mettendo a disposizione i propri spazi e coordinando le diverse realtà nella fase di progettazione.

Per conoscere più da vicino l’Associazione visita:
www.associazionemimosa.org