GIT Padova
Gruppo di Iniziativa Territoriale di Banca Etica
A cura di Marco Chinello presidente di Riesco e SOBON
“Alla crisi Covid-19 abbiamo risposto con noi stessi: cooperazione, umanità e l’urgenza di rendere il mondo un posto più giusto”
“Tante innovazioni erano già dentro di noi, la crisi determinata dal Covid-19 le ha fatte accadere. O, meglio, le ha rese inevitabili, obbligatorie”. C’è un network di cooperative – con sedi a Padova e in cintura, a Selvazzano e Saccolongo – che di fronte al Covid-19 ha provato a reagire, mettendo in campo soluzioni di novità e resistenza. Certo, si tratta di ridurre i danni, esplorando idee e sperimentazioni nel mondo della distanza sociale. Ma ciò che hanno fatto e stanno facendo le coop B “Riesco” e “SOBON” racconta una possibilità vera di organizzare speranza e impresa, persone e lavoro nella più grave crisi da decenni.
Riesco e SOBON
La cooperativa sociale RIESCO da oltre 15 anni ha due missioni: creare cibo buono e di qualità per la ristorazione collettiva (mense di aziende, scuole, comunità) e creare lavoro per e con persone con disabilità. Ad oggi il 32% delle lavoratrici e dei lavoratori ha una disabilità, sono 112 le socie e i soci e 50 persone con disabilità complessivamente trovano in Riesco chi un lavoro chi uno spazio di socialità attraverso tirocini ed altre esperienze di inserimento. Quattro anni fa da Riesco è nato SOBON, il primo forno bio di Padova che consente di distribuire un pane sano, prodotto con il lievito madre, i grani antichi e la farina macinata a pietra.
La sicurezza sanitaria. Di fronte all’emergenza, il primo pensiero è andato alla sicurezza di lavoratrici e lavoratori e alla necessità di contribuire al meglio al contenimento del contagio.
La sicurezza sociale: il crollo del fatturato e l’anticipo da parte della cooperativa degli ammortizzatori sociali. Nel frattempo, il fatturato è crollato di circa il 70%: scuole chiuse, il lockdown delle aziende, la necessità di bloccare fino adata da destinarsi l’esperienza di catering sociale e sostenibile “Habile banqueting”, lo stop al SOBON Bistrò in zona industriale a Padova. Non c’era alternativa alla richiesta degli ammortizzatori sociali, ma è stata fatta una scelta finanziaria di responsabilità sociale: essendo una cooperativa sociale, la forza fondativa sta nel lavoro di socie e soci; per questo, di fronte ai rischi di burocratizzazione eccessiva dell’anticipo dei fondi di integrazione salariale la cooperativa ha sviluppato una programmazione finanziaria adeguata per affrontare la crisi di liquidità determinata dal crollo del fatturato e ha deciso di anticipare queste risorse.
Cibo, digitale e sociale: il progetto BoxBON. Per affrontare l’emergenza Riesco e Sobon sono partiti da ciò che conoscono: il cibo. E ci hanno aggiunto altri ingredienti: la propria vocazione sociale e la dimensione digitale. Un mix di reti fisiche e virtuali. Implementando un negozio online già esistente sono state create delle box alimentari per andare incontro a socie e soci e – in generale – a tutte le comunità che seguono persone con disabilità e che vengono servite per la pausa pranzo. In prima battuta, le BoxBON sono state una forma di sostegno al reddito, di welfare aziendale, ed un modo anche per lottare contro lo spreco alimentare dovendo distribuire tanti prodotti in scadenza e rimasti nei magazzini dei fornitori con lo stop di tutto il settore Ho.re.ca. Di fatto, le persone hanno avuto la comodità di avere – sul posto di lavoro – una spesa sostenibile, sana, buona, ad un prezzo equo. Velocemente, grazie all’attivazione delle reti comunitarie e ad uno spirito di solidarietà indotto dall’emergenza, le Box si sono evolute, in un mix di creatività che ha generato una comunità più larga; le proposte di box – con frutta e verdura, cereali, latticini, prodotti con scadenza breve a sorpresa, piatti pronti della cucina di Riesco, soluzioni per pranzi aperitivi cene, le ricette di una dietista-influencer locale che lavora nella cooperativa – hanno consentito di allargare la platea e ad aprile, il venerdì, è scattata anche la consegna a domicilio a Padova e cintura, un’area di 400 mila persone.
Nel frattempo è stata innovata l’offerta per le aziende clienti e non solo, costrette a far rispettare la distanza sociale in mensa: sono stati creati dei cestini take away che consentono a lavoratrici e lavoratori di consumare il pranzo all’aperto e in ufficio; alle imprese è stata messa a disposizione anche una app che permette di scaglionare gli ingressi in mensa, organizzando i turni e garantendo le distanze di sicurezza.
Al SOBON Bistrò è iniziata la distribuzione delle BoxBistrò, pranzi take away per la zona industriale di Padova.
La collaborazione con i frati del Santo e la Caritas Antoniana. Il progetto BoxBON ha convinto anche la Caritas Antoniana di Padova che ha deciso di distribuire oltre 3 mila box dono a persone in difficoltà in tutta la provincia di Padova. La cooperativa crea le box e – allo stesso tempo – condivide con i frati del Santo un progetto di inclusione sociale, che aiuti chi riceve il dono ad attivarsi per provare a rialzarsi, in un sistema di relazioni e di supporti. I frati, con le box alimentari, consegnano anche dei tablet alle famiglie in difficoltà, per consentire ai ragazzi di seguire le lezioni a distanza.
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Potete trovare le BoxBon anche su “Soci in Rete” la piattaforma di mutualità di Banca Etica