Migliaia di persone, incatenate ognuno al proprio simbolo preferito, si sono distese tra Perugia Assisi per l’edizione dell’anno della pandemia della Marcia più antica del pacifismo italiano. La prima fu indetta da Aldo Capitini nel 1961 e da allora la PerugiAssisi è una chiamata all'impegno per la pace e una società più giusta.
Le conseguenze della incombente pandemia hanno costretto gli organizzatori a trasformare la Marcia in una Catena Umana composta in maniera «statica, sicura, simbolica e contemporanea», come ha ricordato Flavio Lotti, coordinatore del Comitato PerugiAssisi, in due luoghi, Perugia e Assisi-Santa Maria degli Angeli, le storiche città di arrivo e partenza della Marcia, quelle di Aldo Capitini e di San Francesco.
Persone distanziate almeno due metri, ma unite dall’unico filo di chi vuole essere portatore di pace verso gli altri e verso l’ambiente. Un impegno animato dalle riflessioni che hanno tessuto la trama del meeting che ogni anno precede la Marcia, quest’anno dedicato all’economia di cura.
Il pacifismo italiano è un insieme di pensieri, pratiche e persone che si sono attivati per rovesciare l’idea dominante che intende la guerra come naturale prosecuzione dell’azione politica per la risoluzione dei conflitti. Che questa guerra sia militare o economica, o entrambe.
Il legame tra la finanza etica e il pacifismo è così caratterizzante che la pace è il principale obiettivo della finanza etica italiana, da sempre.
Nasce assieme ai movimenti per l’obiezione fiscale alle spese militari, si anima dei pensieri e delle azioni dei pacifisti e trova il suo primo pubblico, come banca, proprio nei movimenti per la pace. Ancora oggi queste campagne sono attive (negli Stati Uniti, ma non solo).
Esistono piattaforme che, al pari di quelle ambientaliste, mappano il sostegno delle banche all’industria delle armi. In Italia c'è la Campagna Banche Armate, ma anche ce ne sono di pari in quasi tutta Europa, ad esempio in Spagna la Fundación Finanzas Eticas partecipa alla Campaña Banca Armada.
Banca Etica ha sostenuto l’evento e partecipato con i soci e le socie che hanno potuto arrivare in Umbria: “É emozionante sentire che non sei da sola – scrive Francesca di Bari – non sei da sola, finché ci saranno altrove altri te che lottano per un mondo più giusto, altri te che puoi incontrare e salutare ad Assisi, con gioia e gratitudine, per il coraggio che ti mettono e la forza che ti danno.”
Come lei anche Giuditta di Roma ringrazia proprio tutto il popolo di Banca Etica: “Grazie a chi ha retto le fila, a chi ha firmato autocertificazioni, a chi è stata intervistata, a chi marcia da tanto tempo da pacifista, a chi era la prima volta, a chi gli è caduta la mascherina, a chi era attaccato ad un guinzaglio, a chi ha fotografato, a chi ha annodato, a chi ha accompagnato il papà, a chi si è divertito seriamente reggendo un filo di PACE”, mentre Carlo di Pisa ricorda che la metafora della catena serve anche a ricordarci che “la pace è un filo sottile, è la trama del mondo: se la strappi, è grande la fatica per tesserla di nuovo. Grazie a tutti, che mi date coraggio e energia.”
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