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IL RICCO AFFARE DELL’IMMIGRAZIONE

A cura di Albert Gash Hurios – Banca Etica, Succursale Spagna

In questi giorni la succursale di Banca Etica in Spagna ha scelto di appoggiare il crowdfunding della Fundación porCAusa, un progetto che parla degli investimenti pubblici nel settore dell’immigrazione e vuole portare alla luce gli interessi dell’industria militare.

La ricerca condotta dalla Fundación Finanzas Éticas rileva che negli ultimi anni l’industria militare ha realizzato un importante processo di riconversione verso il campo civile, trasformando molti dei prodotti che prima erano riservati ad esclusivo utilizzo delle forze armate in prodotti accessibili anche per usi comuni.

Ci sono esempi sorprendenti come carri armati trasformati in tagliaerba, bombe trasformate in strumenti per la pesca intensiva o droni utilizzati nei settori più disparati. Tutto questo non è casuale, ma risponde al bisogno dell’industria bellica di raggiungere nuovi mercati dal momento che in questo momento non ci sono molti conflitti armati nei quali fare affari.

Questa riconversione è solo la punta dell’iceberg, perché in realtà il nuovo business dell’industria militare si concentra nel settore del controllo dell’immigrazione, un ambito che muove molto denaro, soprattutto pubblico. La Fundación porCAusa segnala come dal 2014 ad oggi lo stato spagnolo abbia speso almeno 700 milioni di euro in attività legate all’immigrazione, un dato stimato solo per difetto, perché non sappiamo i costi sostenuti dalle Comunità Autonome e non calcoliamo le spese dell’Unione Europea in questo ambito.

Quello che sappiamo di questi 700 milioni di euro è che almeno un 80% sono dedicati a spese per rafforzare le frontiere: recinzioni, filo spinato, radar, telecamere, attività di manutenzione…  Sono grandi imprese ad aggiudicarsi questi appalti, imprese che fanno parte dell’industria militare, una grande lobby che ha interesse a promuovere paura e insicurezza per potersi garantire nuove commesse per frontiere ancor più invalicabili.

Ma la sorpresa più grande arriva da un altro dato emerso dalla ricerca della fondazione: l’immigrazione in Spagna non arriva prevalentemente dalla frontiera Sud, ma l’80% arriva dall’America Latina (dall’Africa arriva meno del 10% del flusso migratorio). Le persone immigrate  irregolarmente arrivano ogni giorno dagli aeroporti di Barjas o el Prat e provengono principalmente dall’Honduras, dalla Colombia o dal Venezuela.

E c’è di più. Risulta che negli anni in cui sono aumentati gli investimenti nel controllo dell’immigrazione (in particolare dal 2015, quando ci si è concentrati sul controllo delle frontiere), l’immigrazione non sia diminuita, ma aumentata! Questo rivela l’inefficacia dei contratti pubblici e l’irrazionale corsa agli investimenti in questo settore che sono orientati soprattutto alla militarizzazione del territorio di Melilla. Probabilmente una spiegazione di questo fenomeno risiede nella frequente pratica delle “porte girevoli” tra il settore militare e il governo spagnolo (più di 100 casi rilevati dalla Fondazione che riguardano Ministri, Segretari di Stato e altri alti funzionari).

Questi sono i dati riportati dalla Fundación porCAusa nel suo report pubblicato nel 2020 e che è stato oggetto di un webinar di approfondimento che ha coinvolto recentemente le persone socie di Banca Etica. Ora serve indagare ulteriormente, per portare a galla la verità: per questo come Banca Etica appoggiamo la campagna di crowdfunding per supportare il lavoro investigativo della Fondazione.