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LA PROFEZIA DEL DEFAULT

di Sandro Antonioli, Responsabile Dipartimento Crediti di Banca Etica 

Quando i legislatori europei dell’EBA (European Banking Authority) nel 2017 decisero di fissare l’avvio dell’applicazione delle regole della nuova definizione del default (per gli amici DoD – Definition of Default) al 1° gennaio 2021, certamente non avevano messo in conto che la data coincidesse proprio con uno dei periodi più difficili della storia moderna.

Qualcuno potrebbe addirittura tirare in ballo le profezie di Nostradamus al pensiero che uno dei termini che viene usato nella Definition of Default è il rischio di contagio “contagious effect”.  Saremo quindi chiamati a verificare un corretto “distanziamento” per valutare i legami economici e giuridici che collegano un cliente con altri clienti. Il default di un cliente può comportare il default delle posizioni collegate, può essere contagioso insomma.

Il default, che nel gergo finanziario comune evoca già di per sé scenari negativi, rischia di apparire come una sorta di girone infernale dantesco. Una lunga inesorabile discesa che in 90 giorni può portare il consumatore e l’impresa, con un arretrato di 100 euro per i primi e di 500 euro per i secondi (con il superamento della soglia dell’1% rispetto all’ammontare dell’esposizione), verso l’inferno.

Salvo poi da lì risalire, solo dopo passati tre mesi dal rientro dello sconfino, accompagnati da genitori adottivi (le Banche) con una giustificazione (una necessaria valutazione sulla capacità di ripresa) che consenta il ritorno in bonis (la capacità di restituire un prestito secondo le modalità prestabilite e concordate con la Banca).

Per toglierci di mezzo questa immagine cupa e negativa siamo tutti chiamati a mettere in atto qualche buona prassi:

  • Le Banche dovranno informare adeguatamente il cliente del rischio che l’ingresso nel perimetro del default comporta: maggiori rigidità nella gestione, maggiori costi. Nel 2021 infatti, entreranno in vigore anche le norme del calendar provisioning che obbligheranno le Banche a svalutare interamente i crediti deteriorati: breve per i crediti non assistiti da garanzie, più lungo se presenti garanzie di valore.
  • I clienti dovranno tempestivamente comunicare alle Banche l’approssimarsi di una difficoltà per evitare così, nei limiti possibili, l’ingresso nel perimetro del default.

Il termine di 90 giorni è un tempo adeguato per consentire di gestire i rapporti tra Banca e cliente con sufficiente serenità sempre nel rispetto della fiducia reciproca. Prevenire è meglio che curare, in 90 giorni potremmo, per esempio:

  • Valutare misure di concessione specifiche (forborne exposure) come allungamenti o ristrutturazioni del debito e sospensioni dei pagamenti;
  • In presenza di rapporti collegati e cointestati stimolare una visione a 360° per evitare che la difficoltà di uno non diventi la difficoltà di tutti;
  • Prendere il tempo per verificare da subito cosa ha portato al ritardato pagamento e all’avvio del contatore dei 90 giorni;
  • Evitare di finanziare situazioni già decotte.

Per qualsiasi dubbio o necessità ti invitiamo a contattare il tuo consulente in Banca Etica che saprà ascoltare le tue esigenze e trovare la soluzione migliore alla tua situazione. Insieme ce la faremo!

Sul sito di Banca d’Italia trovi le FAQ sul default.

Nel nostro blog ne abbiamo anche qualche mese fa. 
 

Photo by Adi Goldstein