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Sotto-sopra cuce il tessuto di un territorio

Sotto-sopra cuce il tessuto di un territorio

In collaborazione con Corrado Fontana, giornalista di Valori.it

C’è l’Italia dei piccoli borghi, delle aree interne, spesso depresse economicamente e tuttavia ricche di senso della comunità e di bellezza dei paesaggi e delle tradizioni. Un quadro contrastante che calza perfettamente per Selvacava, poche case senza neanche il classico bar, frazione del comune di Ausonia inerpicata sulle montagne della provincia di Frosinone. Un luogo dove l’offerta di servizi era quasi assente finché la cooperativa Spazio Incontro di Formia, attiva da 32 anni nel settore del disagio sociale di minori e famiglie non ha scommesso sul progetto Sotto-Sopra e sulla sua sartoria, un po’ miracolosa.

Il punto di partenza è stata l’acquisizione di un’immobile nel 2017, ricevuto in comodato d’uso per 20 anni dall’amministrazione di Ausonia. Una struttura a due piani in cui sopra è stata installata la casa-famiglia Pantarei (dal greco “Tutto scorre, cambia…”) per l’accoglienza di minori segnalati dai servizi socio-sanitari territoriali, e sotto il centro polifunzionale Diogene, che favorisce l’integrazione e offre formazione e servizi psico-sociali. Sia sotto che sopra operano pedagogisti, educatori, psicologi, psicoterapeuti, mediatori familiari e culturali, assistenti sociali…

Un investimento significativo per la cooperativa, dal momento che – spiega Angela Di Russo di Spazio Incontro – «Ci siamo accollati più di 100mila euro di lavori di ristrutturazione, con un mutuo ottenuto da Banca Etica, che ha sposato l’idea e finanziato in gran parte la ristrutturazione». E la conferma viene anche da Fabio Camilletti che, per la banca, opera sul campo: «Per la cooperativa si trattava di fare un grosso salto e noi ci abbiamo creduto. Una sfida che possiamo considerare vinta, con l’inaugurazione dei locali avvenuta nei mesi scorsi e la prosecuzione dei servizi (almeno in parte) durante il lockdown».

Infatti i servizi sociali, i laboratori e i corsi di formazione offrono finalmente qualche sbocco alla domanda di una comunità locale giovane ma isolata. E un piccolo miracolo sembra si stia verificando con la sartoria. Benché i giovani di Selvacava non abbiano risposto alla sua chiamata, intorno a questo progetto si sta costruendo un’attività vivace, capace di aggregare sette donne segnalate dai servizi territoriali e oggi orientate su un percorso di auto-imprenditorialità. «Come abbiamo recuperato l’immobile così volevamo in qualche modo recuperare le stoffe e le persone. Da qui l’idea di creare delle borse con materiali di recupero», spiega Di Russo.

E infatti nella sartoria, finanziata anche dalla Chiesa valdese, le signore si ritrovano con la scusa di cucire e intanto sviluppano competenze. Progettano e realizzano borse riciclando il tessuto delle vele e gli scarti di lavorazione donati dai tappezzieri e da una impresa tessile ( Modaimpresa ). Ma non solo, perché la sartoria è stata scelta dall’assessore alla cultura di Isernia per sperimentare nuove vie di rilancio della tradizionale arte del tombolo, a cominciare dall’inserto creativo di merletti nei nuovi modelli di borsa o per la realizzazione di bottoni. E l’iniziativa punta a crescere con una prossima campagna di crowdfunding (la raccolta di fondi dal basso) su Social Lending e un’ipotesi di e-commerce sulla piattaforma Next (Nuova economia per tutti). Per il futuro, invece, l’impresa potrebbe attrarre gli studenti della sezione moda di una scuola di Cassino e magari qualche universitario che voglia mettersi alla prova sul piano manageriale.

Insomma, il progetto Sotto-Sopra sta liberando energie. E Di Russo, in conclusione della nostra chiacchierata, ci tiene a sottolineare un aspetto: «Con Banca Etica abbiamo una condivisione di valori, rappresenta un modo di fare banca diverso. E ci piace l’idea che la banca abbia il piacere di contattarci per fare un bilancio sociale, una valutazione di impatto rispetto ai soldi che ha investito, che poi sono i risparmi dei clienti e dei soci della banca».