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LE BANCHE COOPERATIVE ALLA UE: RINVIARE LE RIFORME CHE OSTACOLANO IL CREDITO PER UNA RIPRESA EQUA E SOSTENIBILE

Banca Etica condivide la posizione dell’Associazione Europea delle Banche Cooperative (EACB) che  – in una lettera al vicepresidente della Commissione Europea, Dombrovskis – ha chiesto di rinviare l’attuazione della riforma (c.d. Basilea IV) che imporrebbe alle banche ulteriori rafforzamenti patrimoniali entro la fine del 2020. Secondo le stime dell’EACB, l’attuazione della riforma, mentre l’Europa è ancora alle prese con lo shock della pandemia, ridurrebbe la capacità di prestito delle banche europee di oltre 7 trilioni di euro, compromettendo le possibilità di una ripresa equa e sostenibile.

L’EACB ritiene che – nel contesto economico profondamente mutato dallo scoppio della pandemia Covid-19 e dai suoi lunghi effetti sulle economie e sulla società – i piani per l’attuazione di Basilea IV debbano essere rimandati. Gli effetti a lungo termine della pandemia devono prima essere adeguatamente misurati insieme all’impatto che riforme radicali come Basilea IV comporterebbero in questa situazione.

Berry Marttin, presidente dell’EACB, ha sottolineato che “in questo momento molto particolare sarebbe assolutamente prematuro procedere con il programma pianificato per l’attuazione delle riforme in sospeso di Basilea entro la fine del 2020. Sono necessarie ulteriori discussioni e una valutazione degli impatti basata su dati che riflettano pienamente la situazione economica, ambientale e sociale nella ‘UE, influenzata dalla pandemia COVID-19“.

Ad oggi questa valutazione d’impatto si baserebbe sui dati di fine giugno 2020 e non dipingerebbe un quadro realistico. Le analisi preliminari mostrano già un forte impatto della crisi sull’economia e sulla capacità di finanziamento a famiglie e imprese del settore finanziario. Oggi sono ancora in vigore reti di sicurezza sociale d’emergenza e vari sistemi di garanzie pubbliche e ammortizzatori: il vero cambiamento nei fondamentali economici dell’Unione potrà essere previsto e catturato solo con i dati di fine 2020 se non addirittura di inizio 2021. In questo contesto, i crediti deteriorati (NPL) sono destinati inevitabilmente a crescere. Da qui la richiesta, prima di procedere alla revisione degli accordi di Basilea, di poter attendere i dati reali degli effetti della pandemia.

Secondo l’EBA (European Banking Authority), l’applicazione delle riforma di Basilea 4 richiederebbe alle banche un ammontare significativo di capitale aggiuntivo solo per mantenere i requisiti patrimoniali minimi, mentre il costo della crisi è ormai stimato attorno ai 280-350 punti base di patrimonio di vigilanza per il settore bancario europeo. Ciò porterebbe a un fabbisogno totale di capitale di oltre 500 miliardi di euro. Secondo il Meccanismo di Vigilanza Unico europeo (SSM), 120 miliardi di euro di capitale consentono 1,8 trilioni di euro di prestiti (moltiplicatore medio pari a 15).

Pertanto, l’attuazione di Basilea 4 in queste circostanze ridurrebbe la capacità di prestito delle banche europee di oltre 7 trilioni di euro.

Come evidenziato anche dall’italiana Federcasse, la Federazione delle Banche di Credito Cooperativo – presente nel board dell’EACB – sarebbe del tutto prematuro procedere alla revisione delle regole di Basilea per non gravare ulteriormente l’industria bancaria che deve, invece, essere posta nelle condizioni di essere uno strumento utile alla ripresa. Un aumento significativo dei requisiti patrimoniali avrà effetti negativi, soprattutto perché le banche europee dovranno ricostruire i loro buffer di capitale, per effetto della pandemia, in un contesto di bassi tassi di interesse.

Temiamo – sottolinea l’EACB – che questo possa ostacolare seriamente una ripresa rapida e sostenibile, rischiando di compromettere la resilienza del settore finanziario.

Da molti anni sosteniamo la necessità di una regolamentazione bancaria e finanziaria che sappia discernere tra modelli operativi, orientamenti di business e comportamenti concreti degli intermediari, per evitare il rischio che volendo prevenire o sanzionare gli abusi si penalizzino piuttosto le banche che correttamente finanziano l’economia reale, o peggio ancora i modelli virtuosi di finanza etica e cooperativa. A questa esigenza generale, che resta centrale, all’insegna del principio di proporzionalità e del riconoscimento della pluralità di forme bancarie, si aggiunge ora l’urgenza di non dare risposte inadeguate alla grave situazione di crisi che deriverà dalla pandemia. La richiesta dell’EACB è dunque fortemente condivisibile e merita di essere presa in seria considerazione da tutti i governi europei, oltre che dalla stessa Commissione europea”, dice la presidente di Banca Etica, Anna Fasano.

 

Foto di @markusspiske