Dimensione del testo
ALTO CONTRASTO (CHIARO)
ALTO CONTRASTO (SCURO)
FONT ACCESSIBILI

Etica e cooperativa

Vita associativa e governance

Etica e cooperativa

COVID 19: BANCA ETICA E LA GESTIONE DEL PERSONALE

L’impegno di Banca Etica nella gestione dell’emergenza pandemica: lavoro agile, rafforzamento della comunicazione interna, formazione, lo sguardo al dopo…  Ne abbiamo parlato con Francesco Peraro, Responsabile della Gestione e Sviluppo Risorse Umane.

Qual è stato il primo impegno nella gestione del personale per affrontare il nuovo coronavirus?

Mettere in sicurezza le persone che lavorano in Banca che da subito hanno potuto lavorare da casa. Nella primavera 2019 eravamo partiti con una sperimentazione del lavoro agile che permetteva di lavorare da casa o da un altro luogo privato scelto dal dipendente per un massimo di due giornate a settimana. A febbraio 2020 erano già un centinaio i dipendenti che usufruivano di questa possibilità e inoltre quasi tutti i 334 dipendenti erano dotati di pc portatile. La sede centrale di Banca Etica è a Padova, uno dei territori colpiti per prima da SARS-CoV-2 e quando abbiamo appreso che il decreto-legge del 23 febbraio raccomandava il massimo utilizzo dello smart working lo abbiamo subito attivato per i collaboratori degli uffici della Direzione ed in tempi rapidi per la rete commerciale italiana e spagnola.

Anche i collaboratori delle 20 filiali hanno lavorato da casa?

Sì, dall’8 marzo fino al 31 maggio le filiali sono rimaste aperte solo 2 giorni alla settimana e solo su appuntamento. Alcune filiali erano già aperte solo su appuntamento ed esisteva già un sistema di prenotazione automatico per gli appuntamenti: è bastato estendere il sistema a tutti. Le attività di consulenza alla clientela sono proseguite anche a distanza da casa in casa. Così come sono proseguite le attività di formazione programmate. Le filiali di Brescia, Bergamo e Treviso sono state chiuse del tutto per alcune settimane per tutelare il personale che operava in contesti particolarmente colpiti da COVID-19. Ancora ad oggi le filiali sono aperte – sempre su appuntamento – tre giorni alla settimana.

Cosa è stato fatto per accompagnare questo cambiamento?

Per introdurre il “lavoro agile” è necessario un cambiamento che agisce su più leve: infrastrutture tecnologiche, ridefinizione degli spazi di lavoro, nuove policy di gestione del personale. Ma il nodo centrale è che lo smart working dà flessibilità e autonomia a fronte di una maggiore responsabilizzazione dei risultati. Ci ha aiutato a lavorare durante “l’emergenza” il fatto che al nostro interno ci sono molti dipendenti in “lavoro flessibile” che già lavorano a “distanza”. Il “lavoro flessibile”, un accordo stipulato con le sigle sindacali nell’ottobre 2015, permette, per fare un esempio, ad una lavoratrice residente a Bologna, di lavorare per un ufficio della Sede Centrale venendo a Padova due giorni a settimana e lavorando gli altri giorni dalla filiale più vicina alla sua residenza. Questo concilia meglio i tempi di vita e di lavoro, promuove la crescita professionale incentivando la collaborazione e lo scambio tra gli uffici di sede e la rete. In sintesi, già molti di noi erano abituati a non avere i propri colleghi o i propri responsabili affianco. In questi mesi, inoltre, abbiamo rafforzato la comunicazione interna e fatto degli workshop sul lavoro agile per collaboratori, responsabili e rete commerciale.

Quali sono le sfide future nella gestione delle risorse umane dopo questo periodo?

L’emergenza ha cambiato in poco tempo, e probabilmente cambierà per sempre, le abitudini di vita e di lavoro delle persone. Gli innegabili vantaggi dello smart working sono stati graditi anche da chi non lo aveva mai sperimentato e sicuramente come Banca dovremmo avviare la riflessione, anche con le organizzazioni sindacali, su come “aggiustare” le modalità di lavoro agile fino ad oggi adottate. L’altra sfida che sentiamo fortemente caratterizzante questo momento sta nello stimolare sempre più l’approccio cooperativo di tutti i lavoratori ed in primis del management. Siamo una banca cooperativa e vorremmo esserlo anche nelle modalità organizzative e nella cultura aziendale,  dove ognuno si possa sentire promotore di cambiamento, sia all’interno del suo gruppo di lavoro, sia a livello di organizzazione nel suo insieme.