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IMPACT HUB E BANCA ETICA, SINERGIA PER IL MICROCREDITO

a cura di Corrado Fontana, giornalista di Valori.it

Un lavoro di squadra a sostegno delle piccole imprese e startup, perché possano sviluppare la propria attività accedendo a finanziamenti di media e piccola entità: questo in sintesi il lavoro sviluppato da qualche anno ormai tra la piattaforma di coworking romana Impact Hub e Banca Etica.

«La nostra collaborazione dura da circa 6 anni. Impact Hub – spiega Andrea Colaninno – si pone come soggetto terzo nel rapporto tra la banca e le piccole imprese finanziate. Come consulente esterno. Più o meno funziona così: per accedere alla disponibilità di questi finanziamenti, che si limitano ad un massimo di 25mila euro, gli imprenditori hanno spesso necessità di un supporto e di un sostegno per la compilazione della documentazione necessaria. Generalmente si rivolgono prima a Banca Etica, la quale svolge una prima analisi e ci mette in contatto con loro. A quel punto noi ci parliamo per comprendere se abbiano una conoscenza adeguata degli strumenti che vanno ad utilizzare, e li seguiamo durante tutto l’iter di la compilazione dei materiali».

Si crea insomma un percorso condiviso e un rapporto di fiducia in cui le difficoltà possono nascere sostanzialmente dalla diversità tra i soggetti richiedenti. «Possiamo avere ovviamente realtà che si presentano già più strutturate, con un business plan definito e sostenibile sul piano economico finanziario, e altre che hanno bisogno di essere accompagnate più da vicino – conclude Colaninno –. Ma poi è la banca, forte della documentazione già disponibile per la sua pre-istruttoria, e di quella che l’impresa fornisce dopo il nostro intervento, a decidere se erogare o meno il finanziamento. E solo dopo questa fase, se Banca Etica ha dato il suo benestare e avvia l’erogazione del denaro, generalmente passati i primi sei mesi, noi svolgiamo anche un’attività di monitoraggio successiva sui soggetti finanziati».

Così accadrà, per esempio, ad alcune società che tra fine 2018 e inizio di quest’anno hanno ottenuto questo tipo di microcredito. Una piccola attività di Palestrina (Roma) che svolge interventi di edilizia acrobatica; un artigiano orafo di Sassari che ha acquistato strumenti di lavoro; una ditta specializzata nell’innovazione tecnologica connessa alle stampanti 3D.

Piccole storie ma grandi energie e prospettive. E, soprattutto, rese possibili attraverso lo strumento che si identifica come “microcredito ex TUB 111”, che distingue microcredito e microfinanza. In un processo che non si limita alla presenza di una banca che eroga piccoli crediti ma prevede servizi accessori da parte di un partner di supporto. «Abbiamo avviato la collaborazione con Impact Hub – ricorda Maura Isernia, direttrice della filiale di Roma – proprio in seguito alla necessità di procedere con l’attivazione del microcredito governativo, che imponeva di individuare soggetti diversi dalla banca che eroga il prestito, soggetti a cui è assegnato il compito di affiancamento e monitoraggio delle realtà finanziate. Può succedere che sia questo partner a segnalarci delle società ma, più frequentemente, quando noi incontriamo una realtà in cui intravediamo dei presupposti che potrebbero indirizzarla proficuamente all’utilizzo del microcredito governativo, la mettiamo in contatto con Impact Hub. E il partner, laddove ci sia ovviamente un’ipotesi imprenditoriale sostenibile, ci invia la documentazione precompilata da processare per avviare l’istruttoria ai fini del finanziamento».

 

Fonte Immagini: sito web Impact Hub Roma