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GIT Lazio Sud

Gruppo di iniziativa territoriale di riferimento dei soci di Banca Etica della città di Roma ( Roma Sud) e del Lazio meridionale ( provincia di Roma, Frosinone e Latina)

Immigrati irregolari in tempi di pandemia: Problemi di assistenza sanitaria, salute pubblica e carenza aggravata di mano d’opera nell’agricoltura.

Fra i tanti gravissimi problemi creati dalla pandemia, vi sono le questioni riguardanti gli immigrati irregolari che, privi di documenti per accedere all’assistenza sanitaria, sono a rischio individuale e pregiudicano il quadro di salute pubblica nazionale, oltre a subire degradanti forme di sfruttamento nelle campagne dove il blocco degli arrivi di mano d’opera straniera stagionale ha messo in ginocchio le imprese agricole, oltretutto in periodo di accresciuta domanda di approvvigionamenti alimentari.

Fra le diverse soluzioni che si vorrebbero adottare, vi è in primis la regolarizzazione complessiva di circa 600.000 immigrati irregolari, che tuttavia ha svariate controindicazioni  che Governo ed Associazioni stanno soppesando con attenzione, sia principalmente perle implicazioni politiche che tale “sanatoria” comporterebbe, sia per l’effetto di attrazione della catena migratoria che inevitabilmente si rimetterebbe in moto, con altre sofferenze e costi umani gravissimi per i migranti, spinti da trafficanti senza scrupoli ad affrontare il peggio.

Inoltre, l’ipotesi di regolarizzazione generalizzata che si baserebbe sulla possibilità di assunzione lavorativa degli irregolari, crea in molti il timore che ciò dia rinnovato vigore al mercato illegale dei contratti, aumentando di fatto il tasso di disoccupazione già gravemente alto e gonfiando il risentimento tra i senza lavoro,italiani e stranieri. 

Eppure, tutela della salute pubblica, correlata all’esigenza di garantire la salute individuale di tutti gli immigrati ancorché irregolari, impongono interventi immediati. Tanto più che manca la mano d’opera nelle campagne, un vuoto che l’annoso fenomeno del caporalato non esita a colmare con lo sfruttamento dei più ricattabili.

Certo, l’eliminazione del caporalato, del lavoro nero e dello sfruttamento illegale di mano d’opera richiederebbe un atto legislativo di politica fiscale a largo respiro, che renda il lavoro regolare più conveniente del lavoro irregolare, da cui trarrebbe vantaggio anche la sicurezza dei lavoratori.

Nelle more ed in alternativa alla problematica sanatoria generalizzata, una ipotesi ragionevole potrebbe essere l’adozione dei seguenti provvedimenti urgenti che non muterebbero il quadro normativo attuale, e cioè, in sintesi:

A beneficiarne sarebbero tutti gli immigrati volenterosi di occupazione, sia regolari disoccupati sia irregolari, vale a dire: coloro che hanno ottenuto documenti soggiorno; coloro che sono in attesa di accoglimento della domanda di asilo politico o per ragioni umanitarie; coloro che sono in predicato di espulsione ed altri ancora. Tutti.

In tale contesto, c’è da attendersi che le imprese agricole non esiteranno ad impiegare anche in futuro quelli che si daranno più da fare in questa fase di emergenza, mentre lo Stato, dal canto suo, potrebbe eventualmente considerare un premio agli Immigrati più volenterosi nell’adempimento dell’impegno “socialmente utile”mediante un percorso preferenziale nell’accoglimento della domanda di soggiorno: percorso preferenziale che nulla toglierebbe al percorso giuridico per la regolarizzazione a normativa vigente.

Roma, 5 maggio 2020.                                                                                                Francesco Piccione 

                                                                                                                                       (socio Banca Etica)

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