A cura di Corrado Fontana, giornalista di Valori.it
Sono 25 anni di Pietra di Scarto. E la cooperativa di Cerignola (Fg), nata dall’entusiasmo di un pugno di ragazzi quando la cooperazione sociale muoveva i primi passi su questo territorio, celebra l’importante traguardo spiccando un grande balzo imprenditoriale verso il futuro, grazie al progetto Ciascuno cresce solo se sognato: per una filiera equa e solidale del pomodoro. Richiamandosi alle parole e alla visione di Danilo Dolci in una terra ferita da sfruttamento e caporalato, la cooperativa indica così la strada per un’agricoltura giusta e la mette in pratica insieme a Fondazione con il Sud e sostenuta da un bando di Fondazione Finanza Etica con Etica Sgr.
«Pietra di Scarto – spiega il presidente Pietro Fragasso – agisce con il riutilizzo sociale di un bene confiscato alla criminalità organizzata che gestisce dal 2010, il laboratorio di legalità intitolato alla memoria di Francesco Marcone. E all’agricoltura sociale, perseguita con la coltivazione di tre ettari di campagna destinati a produrre olive, pomodori e vino da una piccola vigna, da quest’anno aggiunge l’avvio di un laboratorio di trasformazione, che diventerà un catalizzatore, offrendo la possibilità di aggregare i piccoli agricoltori locali all’interno di una filiera equo e solidale del pomodoro. Questa è la nostra grande scommessa degli ultimi 10 anni, frutto di grandi sacrifici, impegno e abnegazione».
Pietra di scarto, quindi, da oggi i beni della terra può anche trasformarli e valorizzarli autonomamente. In tal modo si è dotata di uno strumento realizzato con grandi professionalità imprenditoriali e utile per raggiungere altri fini, superiori. La cooperativa, infatti, ha sei soci e sette dipendenti e il suo focus principale sta nell’inserimento lavorativo e nell’inclusione sociale di persone che provengono da percorsi di giustizia, di dipendenze, di esclusione. Persone che, per il colore della pelle o l’accento straniero, vivono una condizione di vera schiavitù. Il laboratorio, che permette inoltre di superare i limiti della pausa stagionale imposta dal lavoro nei campi, consente di acquisire nuove competenze e l’ingresso di tre nuove lavoratrici, anch’esse con storie di fragilità alle spalle. Ma non solo. L’attività di raccolta e trasformazione, grazie al lavoro dignitoso tutelato dai contratti e a un trattamento equo della materia prima, chiude un cerchio al cui centro c’è la giustizia sociale.
È insomma il completamento di un disegno ambizioso nel quale Banca Etica è diventata l’istituto di credito esclusivo di Pietra di Scarto. «Loro ci hanno scelti e noi abbiamo scelto loro – ricorda il consulente finanziario Bonifacio Mimmo, detto “Pippo” –. Pietra di scarto, che rappresenta una spina nel fianco per i soggetti criminali della zona, è una realtà attiva e attrattiva, con grande capacità di avvicinare i giovani, la parte più sana e propositiva della comunità. Perché avendo al suo interno anche persone dal percorso difficile, è la prima testimone delle possibilità di cambiamento».
Un cambiamento che si promuove in campagna ma non solo. Poiché Pietra di Scarto collabora con la casa circondariale di Foggia dove, grazie alla disponibilità di uno chef, sta avviando un secondo e diverso laboratorio per la realizzazione di caramelle artigianali. Saranno Caramelle dagli sconosciuti, e scartandole si contribuisce a fare formazione per l’inserimento lavorativo e a sviluppare un’attività economica. Perché, conclude Fragasso, «Ci sta molto a cuore far passare il messaggio che non si tratta di azioni di carattere semplicemente solidaristico, ma di fare impresa condividendo la sorte in solido, quotidianamente, con le persone che vivono queste esperienze». Vino, olive, caramelle e pomodoro non sono perciò solo buoni, ma anche intelligenti, portatori di pratiche efficaci di benessere collettivo che, ogni anno, vengono rafforzate da chi acquista i prodotti nei circuiti del commercio equo e solidale italiano, o magari prenotando la propria bottiglia di passata di pomodoro biologica Pomovero.
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