Siamo una banca popolare e cooperativa, votata 100% alla finanza etica. Dal 1999 ci ispiriamo ad un unico grande principio: l’interesse più alto è quello di tutti.
La visione della società
Il pensiero sociale di riferimento
Il modello di società che coltiviamo è fondato principalmente sulla giustizia e sulla fraternità, valori che favoriscono una produzione e distribuzione della ricchezza che tenga conto dei bisogni sia dei singoli che della comunità.
Da ciò scaturisce un pensiero sociale fondato su:
– il primato della persona sul mercato;
– pari dignità e opportunità a tutte le persone, affinché siano artefici del proprio progetto di vita;
– l’equità e la sobrietà nella produzione e distribuzione della ricchezza e nell’utilizzo delle risorse;
– l’ascolto e il sostegno delle comunità che si organizzano per dare risposte ai bisogni individuali e collettivi;
– i principi di reciprocità, interdipendenza, corresponsabilità con attenzione alle nuove povertà e marginalità;
– la cultura della legalità per una nuova convivenza civile;
– rispetto e valorizzazione di tutte le diversità ponendo attenzione all’approccio di genere nell’affrontare problemi politici, sociali, economici e culturali.
L’assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori sociali
Il pensiero sociale che emerge da questa visione si fonda sull’assunzione di responsabilità degli attori sociali accomunati dalla ricerca di risposte ai bisogni delle persone e della comunità.
Istituzioni pubbliche, imprese e organizzazioni sociali devono agire in accordo per sostenere l’autorganizzazione e il legame sociale delle comunità locali.
Promuoviamo pertanto:
– il volontariato come azione diretta e gratuita dei cittadini;
– i processi di partecipazione dal basso e di co-progettazione;
– forme di welfare locale che favoriscano lo sviluppo della comunità territoriale e al tempo stesso il rafforzamento delle risorse della persona.
Questo non significa esonerare lo Stato e le istituzioni pubbliche dal partecipare a questo processo di crescita civile, bensì ne rafforza il ruolo di garanti dei diritti di cittadinanza, anche attraverso la definizione degli standard quantitativi e qualitativi dei servizi. Vanno pertanto recuperati, in collaborazione con gli altri attori del territorio, i valori che sono alla base dello stato sociale, per garantire gli elementi ritenuti fondamentali per la realizzazione integrale della persona.
Generare capitale sociale
Ci impegniamo a “rendere mobile” la ricchezza, non solo monetaria e materiale, ma composta anche di saperi, competenze, diversità, valori, un capitale che è quindi allo stesso tempo umano, sociale, materiale, immateriale, economico e finanziario. Ciò significa che possiamo diventare sempre più luogo di incontro e di relazione tra le diverse realtà locali e favorire la valorizzazione delle ricchezze presenti nelle comunità territoriali.
Un modello sostenibile
Lo sviluppo si configura come crescita umana e sociale nel rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali. A questo criterio devono rispondere anche le attività economiche e finanziarie.
Pensiamo pertanto a un modello di sostenibilità strettamente collegato:
– alla qualità della vita della persona e della comunità;
– al rispetto degli equilibri ecologici, alla conservazione della biodiversità;
– all’impegno per una sobrietà nei consumi e per una riduzione degli sprechi e dei rifiuti;
– agli investimenti nel campo della produzione di energia da fonti rinnovabili;
– alla sovranità alimentare;
– alla garanzia di futuro per le generazioni che verranno.
L’ambiente, ossia lo scenario e il contesto in cui vive, opera e si sviluppa ogni comunità, comprende e integra sia la dimensione umana sia quella naturale. Ne segue una necessaria interdipendenza tra economia ed ecologia che porta a sviluppare le attività produttive che siano ecologicamente sostenibili, o meglio che conservino integro il capitale naturale non intaccando la capacità degli ecosistemi di rigenerarsi. Dobbiamo superare la dicotomia tra la produzione economica e la conservazione della natura, armonizzando gli obiettivi economici con la tutela di questo patrimonio.
La visione dell’economia e della finanza
Il ruolo di intermediario creditizio come strumento di cambiamento e di partecipazione
Dalla nostra visione della società deriva anche un pensiero economico che finalizza le attività economiche al servizio dei bisogni delle persone e delle comunità.
È nostro impegno, attraverso l’attività creditizia, concorrere alla rimozione degli ostacoli di ordine economico, sociale e culturale che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini
e impediscono il pieno sviluppo della persona umana.
Intendiamo svolgere il nostro ruolo di intermediario creditizio:
– dando credito a chi opera per il bene comune;
– diventando strumento di contaminazione positiva del mercato e degli attori della finanza;
– innescando processi culturali e di cittadinanza attiva.
La banca diventa così uno strumento di democrazia economica, in quanto permette:
– ai cittadini, nelle vesti di risparmiatore, consumatore, lavoratore, imprenditore, socio, di esercitare il loro potere di scelta responsabile;
– ai soci di partecipare ai processi decisionali, attraverso il sistema di governance diffusa.
Ci impegniamo inoltre a promuovere un uso consapevole del denaro, sostenendo percorsi di educazione finanziaria e di Finanza Etica.
Come banca affermiamo il primato del lavoro sulla rendita da capitale nella produzione del reddito. Consideriamo il lavoro una componente essenziale della vita e uno strumento di autorealizzazione al punto che la creazione di lavoro rappresenta uno dei criteri in base ai quali valutiamo il merito creditizio. Riconosciamo l’importanza di generare utile di bilancio, finalizzato alla realizzazione della nostra missione, inteso come obiettivo aziendale, indicatore di una sana ed efficace gestione economica e garanzia di indipendenza.
Riteniamo necessario che la nostra governance sia garante di una continua interazione tra tutti i portatori di interesse, alla luce di regole, spazi di confronto e obiettivi condivisi. Questo trova riscontro nella originalità del modello organizzativo della Banca che integra l’azione dei Gruppi di Iniziativa Territoriale dei soci (G.I.T.) con la rete operativa.
La nonviolenza anche in campo economico e finanziario
Il denaro, come strumento di potere, può essere fonte di conflitti, sopraffazioni e violenze. Attribuendo invece al denaro la funzione di strumento per una integrale promozione umana, miriamo a ridurre o eliminare questi possibili elementi di conflittualità, anche attraverso la costruzione e il rafforzamento di reti economiche, sociali e di partecipazione per un suo uso collettivo (vedi come esempio le Casse di Mutuo Soccorso).
Noi ci riconosciamo nella scelta della nonviolenza anche in campo economico e finanziario.
Il risparmio da bene individuale a bene comune
Consideriamo il risparmio come un bene individuale che può contribuire al bene comune.
Il risparmio ha una doppia valenza:
– personale, in quanto, accantonando risorse, la persona si garantisce la risposta a bisogni o progetti futuri;
– sociale, diventando così bene comune, in quanto questa ricchezza pur restando individuale, attraverso l’intermediazione finanziaria, può essere rimessa in circolo come credito per persone e organizzazioni che ne hanno bisogno.
Per questo ci poniamo l’obiettivo di fornire opportunità di investimento non speculativo del risparmio, finalizzate alla tutela del potere d’acquisto e al finanziamento di quelle realtà che
operano per il bene comune, stimolando, anche attraverso l’azionariato attivo e critico, comportamenti responsabili.
L’accesso al credito come diritto della persona
Partendo dal presupposto che la fiducia è alla base delle buone relazioni tra le persone e che senza fiducia non può esserci credito, consideriamo l’accesso al credito uno dei diritti della persona, ma lo associamo al tempo stesso ai principi di responsabilità, prudenza e correttezza. L’accesso al credito è un diritto che la persona può esercitare per costruire e sviluppare il proprio progetto di vita: un diritto che garantisce e rende possibile altri diritti. A fronte del diritto al credito il debitore ha il dovere dell’uso corretto delle risorse finanziarie affidategli e della loro restituzione.
Le distorsioni dell’attuale sistema finanziario e le possibili azioni
L’attività finanziaria ha l’obiettivo di trasferire la ricchezza da chi risparmia a chi ne ha bisogno. Negli ultimi decenni la finanza spesso ha perso di vista il suo scopo originario, trasformandosi da mezzo a servizio dell’economia e della società, in un fine a sé, per fare “soldi dai soldi”.
Crediamo sia possibile e necessario reindirizzare la finanza verso il perseguimento del benessere collettivo, ritenendo l’economia e la finanza a servizio della società e non viceversa.
In questo contesto sosteniamo tutte quelle azioni culturali, politiche e di mobilitazione pubblica, che propongono interventi correttivi alle distorsioni del sistema finanziario.
Pertanto, in un elenco non esaustivo, vogliamo dare rilevanza alle azioni che possono:
– contrastare la finanza speculativa anche attraverso la tassazione sulle transazioni finanziarie per ridare risorse a welfare, ambiente e cooperazione;
– migliorare la trasparenza in ogni ambito finanziario a partire dall’eliminazione dei paradisi fiscali;
– attuare la separazione tra le banche commerciali al servizio dell’economia reale e le attività meramente speculative;
– introdurre una normativa specifica per la Finanza Etica.
A sostegno di una nuova economia per il bene comune e i beni comuni
Da questi principi discende il nostro impegno a orientare le attività di intermediazione finanziaria verso l’economia reale, dando credito a esperienze che, producendo beni relazionali, culturali, naturali e ambientali, si preoccupano delle conseguenze non economiche delle attività economiche.
Contrastiamo l’esclusione sociale e l’aumento delle diseguaglianze economiche, attraverso l’offerta di specifici prodotti bancari e attività socio-culturali e di educazione economico-finanziaria. La visione di economia che auspichiamo, “la nuova economia”, si basa su un modello di sviluppo in cui i tre pilastri che caratterizzano la sostenibilità di una società – lo sviluppo economico, la coesione sociale, la tutela ambientale – sono pensati in modo fortemente integrato.
Le cinque dimensioni della nuova economia
Le realtà di nuova economia rispondono a cinque elementi interdipendenti:
– la dimensione comunitaria
Pensiamo a imprese e organizzazioni che valorizzano le risorse delle persone e dei territori in un’ottica di democrazia economica;
– la relazione
La qualità delle relazioni, la possibilità di muoversi in un terreno di valori condivisi e di rapporti fiduciari stabili, favoriscono la possibilità di scambi vantaggiosi tra gli attori in gioco, di ridurre le conflittualità sociali e pertanto di aumentare i comportamenti mutualistici e cooperativi;
– la reciprocità
Pensiamo ad attori economici e sociali meno interessati a competere e più orientati a cooperare nel perseguimento del bene comune, dove acquisiscono valore le relazioni e gli scambi di beni e servizi non fondati esclusivamente sullo scambio di equivalenti;
– la legalità
È requisito fondamentale per promuovere il pieno sviluppo della persona umana e della comunità e la costruzione del bene comune. Imprese e organizzazioni devono sentirsi soggetti attivi e protagonisti nel creare la cultura della legalità sia nelle dinamiche decisionali al proprio interno, sia nelle relazioni con istituzioni, cittadini, fornitori, istituti di credito. Senza legalità non può esserci sostenibilità del territorio;
– l’evoluzione sociale e ambientale
Pensiamo a imprese e organizzazioni con una propensione profonda e collettiva ad andare “oltre”, in un’ottica di visione globale e di scenario futuro da costruire insieme, coniugando la dimensione sociale e ambientale:
1) sociale, legata ai nuovi bisogni delle persone e delle comunità, per i quali vanno cercate nuove risposte tese a generare un effetto migliorativo della qualità di vita individuale e collettiva;
2) ambientale, legata al rispetto, all’uso e alla valorizzazione dell’ambiente e delle risorse a disposizione, dimensioni per le quali vanno sostenute e promosse attività economiche operanti nel riuso dei prodotti usciti dal ciclo produttivo, nel riciclo dei materiali di scarto, nella produzione di energia da fonti rinnovabili, nella valorizzazione delle specificità naturali e culturali dei territori, in una logica di lungo periodo.